Icona della Categoria "Sec.XX"Palazzo dell'Obelisco Torino

Palazzo dell'Obelisco

Un'architettura con un'elevata coerenza espressiva, caratterizzata da una precisa e qualitativa esecuzione. Opera del duo Jaretti e Luzi in collaborazione con l'impresa Manolino.

Un'architettura coraggiosa che si allontana dal conformismo e dalle espressioni formali degli anni Cinquanta. Un'architettura che non può e non deve essere letta e semplificata solamente solo sotto il punto di vista formale. Un edificio, che come in molti lavori di Sergio Jaretti Sodano(1928-2017) e Elio Luzi (1927-2006) pone al centro i riflessi che l'architettura ha sulla vita dell’uomo, sia sul piano materiale che su quello immateriale.

Informazioni a cura di:
Giovanni Caci, Corso Architettura I (2020-2024)

Coordinate geografiche:
45.0563° 7.6957°

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Indirizzo:
Piazza Crimea, Via Bicocca

Tag:
#elio-luzi, #sergio-jaretti-sodano.

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I due architetti individuano un lotto nella zona pre-collinare che una volta occupato con un edificio abitativo sarà, a loro dire, un’operazione immobiliare «vantaggiosissima». Un lotto delimitato da una piazza e una via piuttosto stretta con un affaccio privilegiato verso la città. Ad oggi un contesto caratterizzato da un'elevata qualità naturalistica e da un'edilizia Novecentesca.

Il quartiere entra a far parte della città solo intorno a metà del XIX secolo quando viene tracciata la nuova cinta daziaria che nel 1853 va a comprende alcune zone oltre fiume. L’insediamento che si sviluppa lungo l’odierno corso Moncalieri (già strada di Piacenza) presenta nell’Ottocento un edificato tipico delle zone periurbane; officine, poligono di artiglieria e cinta daziaria. Il quartiere è collegato, dal 1840, alla zona pianeggiante della città tramite il ponte sospeso Maria Teresa, p...

Primo Progetto, Planimetrie di inserimento

Vista di Piazza Crimea da Nord, 1924

Gli operai dell’impresa dei fratelli Manolino, Torino, metà degli anni trenta (in alto); Bartolomeo Manolino in posa di fronte al palazzo dell’Obelisco (sinistra); l’avvio dei lavori: gli operai in posa e, dietro di loro, il cartello di cantiere (destra).

Progetto di ampliamento dell'edificio pre-esistente, 1912

Organizzazione delle unità immobiliari in riferimento ai livelli dell’edificio (sinistra), soggiorno a doppia altezza (in alto), studio degli interni (in basso).

Successivamente alla presentazione in Comune del primo progetto il duo in accordo con Bartolomeo Manolino decise di rivedere totalmente la progettazione e realizzazione della facciata. In questa serie di immagini: disegni, foto e ricostruzioni, è possibile osservare come sia stata effettuata una “operazione di integrale e repentina riplasmazione dell’edificio”. [BR, p. 125]

Architettura / Volumetrie modellate

Vennero portate avanti diverse scelte progettuali che avevano come unico obiettivo quello di far emergere l’idea di un edificio unitario trattato come se fosse un blocco unico di pietra modellata. «Le sezioni chiariscono il principio costruttivo che a questa rigatura è sotteso: i tamponamenti a cassavuota sono costituiti esternamente dalla sovrapposizione di una serie di elementi prefabbricati in pietra artificiale, mentre internamente normali pareti di mattoni definiscono il limite degli ...

Progetti / Il primo Progetto

Primo progetto, prospetto su Piazza Crimea

La rigidità dei prospetti non viene percepita come tale grazie al differente passo degli elementi che scandiscono la facciata in verticale e la presenza di logge e terrazzi collocati in modo differente a seconda dei piani e degli alloggi che servono. «Il piano terreno è rivestito in marmo bianco di Lasa, mentre quelli superiori presentano un rivestimento in lastre di litocemento bianco tipo “Fulget”; sono inoltre presenti, integrate nel disegno di facciata, delle fioriere sempre in pietra a...

Il duo da maggiore importanza alle ragioni funzionali per distribuire gli ambienti interni piuttosto che al «decoro» di facciata. L’edificio ad una poco attenta osservazione può sembrare che sia pensato solo in virtù di ragioni formali e compositive, in realtà gli aspetti funzionali legati alla distribuzione degli ambienti interni rivestono un ruolo particolarmente importante. L’interno è in totale contrasto con la plasticità dell’esterno infatti salvo alcune eccezioni i vari ambienti sono...

Fonte importante per capire questa complessità sono gli spaccati prospettici realizzati dalla ditta Oliva e Baronetto, caratterizzati da un elevato dettaglio anche negli arredamenti al fine di presentare gli appartamenti alla clientela.

Nel 1956 venne depositato il progetto delle opere da realizzarsi in cemento armato, progetto contenente poche informazioni che tuttavia danno molte informazioni. La più importante nozione che si ricava leggendo il progetto è come sia stato scelto un interasse regolare tra i pilastri, interasse che varia di poco tra le due vie, 3.60 metri su via Bicocca e 3.80 su piazza Crimea. Interasse ridotto che denuncia la volontà del duo di avere un griglia semplice che consentisse loro di ridurre al mi...

In pianta è visibile come non esista un piano tipo, ciò nega ulteriormente una regolarità unitaria nella facciata; inoltre, è visibile come gli elementi di separazione tra interno ed esterno non siano marcati così da creare un prolungamento dello spazio in modo unitario. Le finestre sono posizionate sul filo interno della muratura, ciò unito agli sporti verticali che creano una maggiorazione di spessore di 50 cm accentuano le ombre sulle facciate. La superficie di tamponamento opaco viene ...

Progetto di ampliamento dell'edificio esistente sul lotto, 1912.

Particolari / Interno ed esterno

«L’architettura è […] messa in forma di materiali, a partire da una ricerca che punta a testarne e a renderne eloquenti alcune caratteristiche (la plasticità del calcestruzzo, la malleabilità del ferro), sperimentazione dei valori tattili e percettivi che materiali e prodotti possiedono o possono assumere in conseguenze delle lavorazioni alle quali sono sottoposti (liscio/rugoso, duro/morbido, opaco/lucente), anche con riferimento al colore. La ricerca sul colore conduce a definire esterni pi...

Il duo si appoggia a fornitori di prodotti industriali come la ditta Scupolina che produce infissi a bilico che possono ruotare di 180° e che sono caratterizzati da un doppio vetro che ospita tende alla veneziana nell’intercapedine ed alla ditta Resinflex che produceva dei particolari teli plastici molto versatili utilizzati in precedenza già da Gio Ponti e Carlo Mollino.

In basso a destra: “In primo piano gli stampi in scagliola per realizzare le volute decorative degli sbalzi; dietro gli stampi per le fasce marcapiano; a destra le semicolonne in pietra artificiale, sformate e in attesa di essere collocate in opera."

Particolari / Interni da film

È difficile e forse pure fuorviante tentare di leggere l’opera del duo cercando di trovarvi riferimenti più o meno espliciti ad architetture precedenti, tuttavia vi è certezza Luzi, in particolare, sia stato influenzato dalle ambientazioni dei saloni visti nei film americani e di Hollywood, grandi e studiati saloni dalle cui scale «arriva sempre qualcuno». Tali osservazioni conducono a riflettere sul fatto che le contaminazione ed i riferimenti progettuali siano arrivati da campi scientifici ...

Quinto e sesto livello, scala di collegamento al belvedere (alto a sinistra), scala interna secondo e terzo livello (basso a sinistra), (alto a destra), progetti per la scala di collegamento al belvedere (basso a destra).

Domanda di condono edilizio, planimetria del terzo piano fuori terra, 1985. In giallo la prima ipotesi di progetto, in rosso quello che è stato realizzato.

Caricature di Aimaro Isola.

Note biografiche / Bibliografia

1) Maria Luisa Barelli, Davide Rolfo, Il palazzo dell’Obelisco di Jaretti e Luzi, Progetto e costruzione, Roma, Gangemi Editore, 2016. (abbreviazione nelle descrizioni BR) 2) Luca Barello e Andrea Luzi (a cura di), Le case Manolino. Storia di una famiglia di costruttori e due architetti, il Tipografo, Buttigliera d’Asti, 1996. (abbreviazione nelle descrizioni BL) Altro materiale bibliografico: Luca Barello, Elio Luzi (1927-2006). Un caleidoscopio di abitazioni, in «Il Giornale dell’arc...

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