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Mercato di Porta Palazzo - Piazza Repubblica

Alla porta della Torino antica, il grande caravanserraglio ordinato.

Classificato come il più grande mercato all'aperto d'Europa, è situato in una piazza gigantesca, disegnata sin dal XVIII secolo per ospitare i commerci, prima alimentari e poi anche dell'abbigliamento e di ogni altro bene richiesto in città. Oggi è un vero melting pot interculturale, in cui convivono decine di etnie, con le relative abitudini alimentari e di consumi.

Informazioni a cura di:
Giulietta De Luca, milli paglieri, Setareh Pedone, Staff Landscapefor (2015-2024)

Coordinate geografiche:
45.0763° 7.6833°

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Indirizzo:
Piazza della Repubblica, Torino

Tag:
#traffico, #architettura, #quartiere, #citta, #juvarra, #antica, #arte, #porta, #torino, #urbano.

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La piazza costituisce lo snodo perfetto tra il centro antico e gli sviluppi ottocenteschi, organizzati a partire dai grandi viali che si incrociano davanti alla porta urbana.

In primo piano i padiglioni e i banchi mobili, sullo sfondo la città storica, vicinissima e densa di landmark ben riconoscibili: la Mole, la sindone, il grattacielo di piazza Castello, i campanili delle chiese intorno a via Garibaldi.

La litografia indica "Piazza Emanuele Filiberto (Porta d’Italia), 1839", e mostra uno spazio che si è conservato intatto per oltre tre secoli, allora arredato come tutti i boulevard postnapoleonici, realizzati al posto delle mura demolite.

La litografia illustra perfettamente il ruolo di snodo della piazza, i viali che si dipartono, l'inserimento nel telaio degli isolati regolari del centro, la prossimità con gli edifici monumentali: il Palazzo Reale, il Duomo, Palazzo Madama, il municipio.

Storia / Mercato al 1870

La grande piazza, presa da nord, è in parte alberata, ma dominano le rotaie tramviarie e le strutture semifisse dei banchi di vendita.

Il mercato approda alla copertina della rivista dell'Expo internazionale di Torino del 1911 (vedi scheda dedicata): è un modello per i mercati delle grandi città.

Il mercato è diviso in settori merceologici e funziona comunque, estate e inverno, con un'organizzazione efficientissima di montaggio e smontaggio dei banchi mobili e un'ottima infrastrutturazione.

I bombardamenti aerei "alleati" del 30 novembre 1942 centrano i padiglioni nord-ovest del mercato.

Storia / Verso via Milano

Il tram verso via Milano

Il quadro, di Giovanni Michele Graneri, del 1756, presenta la piazza adibita a mercato della frutta, come resta nei secoli. Il quadro è stato acquistato nel 2019 dal Museo Accorsi Ometto.

L'intervento di via Mameli, piccolo ma molto significativo, è pubblicizzato nel suo iter ideativo, realizzativo e gestionale, per il carattere sperimentale di un nuovo modo di abitare, "social smart".

Particolari della porta monumentale e delle facciate dei palazzi di Porta Palazzo, dai disegni originali di Filippo Juvarra .

Nelle maniche a nord dell'ottagono della piazza, di primo '800, due interventi sperimentali di cohousing, interessanti per la modalità gestionale innovativa e per la scelta del luogo.

Luci d'artista 2019/2020

Sino al 1946 la Piazza era intitolata ad Emanuele Filiberto, qui in una cartolina dei primi del '900.

Lapide dedicata a Francesco Cirio, in Piazza della Repubblica 24.

Maciste, il Re di Porta Palazzo, intrattiene il pubblico con le sue prove di forza, 1977.

Il padiglione, architettura in ferro e vetro del 1916, in versione serale, con le Luci d'artista che animano la piazza anche a mercati chiusi.

Al bar dello sport (1983), regia di Francesco Massaro

I resti bruciati delle bancherelle del mercato del tessile, nel 1910.

Una gag scelta dagli spezzoni tra documentario e intrattenimento che accompagnavano il film principale nei cinema degli anni '50.

Momento di mercato, 1913

Il mercato vuoto, notturno e invernale è un luogo inquietante, adatto alle scene dei gialli urbani di Fruttero e Lucentini.

Canzone di Gianmaria Testa - dall'album Da questa parte del mare del 2006.

Gipo Farassino (1934-2013) nasce non distante da Porta Palazzo e alla vita di questi luoghi dedica una raccolta di canzoni in piemontese, in cui si racconta la Torino popolare ora scomparsa a cui il cantautore è molto legato.

Quadro di Osvaldo Alberti del 2009

I banchi mobili del mercato e le montagne di spazzatura dopo la chiusura definiscono immediatamente un perfetto contesto per la sfiga e l'arte di arrangiarsi, ingredienti tipici delle commedie italiane degli anni '80.

Negli anni '70 il genere noir e poliziesco, in pieno sviluppo in Italia, ambienta a Torino molti film e il mercato è una location d'obbligo per qualche scena.

Dintorni / Via Bellezia, 1925

Via Bellezia, vista verso sud all'altezza dell'incrocio con via Tre Galline; 1925; Gabinio

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