Icona della Categoria "Sec.XVI"Palazzo Nicolosio Lomellino Genova

Palazzo Nicolosio Lomellino

Uno dei più noti Palazzi dei Rolli, con una fascinosa sistemazione esterna, fatta da un gioco d’acqua e uno straordinario giardino nascosto.

WORK IN PROGRESS - Viene realizzato per Nicolosio Lomellino insieme agli altri di Strada nuova. Notevole sin dalla facciata, rafforza il suo fascino il particolare innesto del cortile con la parte a monte, formata da giardini terrazzati addobbati con sculture e ninfei. L'interno è ricco di affreschi tra cui quelli di Bernardo Strozzi, ritrovati recentemente.

Informazioni a cura di:
Isabella Rizzitano, Staff Landscapefor (2018-2024)

Coordinate geografiche:
44.4111° 8.9334°

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Indirizzo:
Via Garibaldi, 7

Tag:
#unesco, #siti-unesco, #palazzi-dei-rolli-unesco, #bene-seriale.

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Palazzo Lomellino fa parte del Sistema dei Rolli e, secondo i censimenti finora ritrovati, ha quasi sempre fatto parte del primo rollo, il più importante. Immediatamente accanto a Palazzo Tursi, sede del Municipio, il palazzo è distinguibile per la facciata azzurro grigia che lo rende unico in tutto il prospetto della strada.

Nell'immagine, la splendida facciata realizzata da Marcello Sparzo su disegni del Bergamasco. Caratteristico è il colore azzurro-grigio dell'intonaco che caratterizza la costruzione. L'insieme degli stucchi si divide in tre livelli decorativi

Bernardo Strozzi rappresenta la Fede (la figura femminile) intenta a sbarcare nel Nuovo Mondo, aiutata nella discesa da un membro della famiglia Centurione, finanziatore del terzo viaggio di Colombo nelle Americhe. Foto dell'autrice

Storia / Il 1700

I rifacimenti del 1711 portarono alla "perdita" degli affreschi di Bernardo Stozzi, coperti da un controsoffito in canniccio e ritrovati solamente alla fine del XX secolo

Nel 1943 il palazzo venne colpito dalle bombe degli alleati. Lo scoppio provocò diversi danni strutturali soprattutto al secondo piano e in una porzione ridotta del primo. Le vibrazioni, tuttavia, portarono alla perdita di una delle tre stanze in cui lo Strozzi aveva lavorato seppur, fortunatamente, parzialmente. Subito dopo la guerra, Franco Albini intervenne per la riprogettazione e la risistemazione delle aree del palazzo danneggiate.

La scala realizzata da Franco Albini nel secondo piano di Palazzo Lomellino è molto simile a quella presente a Palazzo Rosso. Ferro e marmo su base ottagonale

Il disegno del Parodi, conservato a Palazzo Rosso, mostra le alternative che l'artista aveva deciso di offrire alla committenza per la scelta degli elementi decorativi intorno al ninfeo

Gli indios circondano il riquadro centrale che raffigura la Fede nell'atto di arrivare in America. Sono i veri protagonisti della scena e presentano usi, costumi e tratti somatici ben delineati dall'autore.

L'Astronomia è identificata dagli oggetti che tiene in mano e dalla presenza dell'aquila ai suoi piedi. Il cartone preparatorio che racconta l'idea dello Strozzi è andato perso e a noi è giunta solamente una descrizione dello stesso.

Particolari / La statua di Bacco

Il ninfeo centrale del giardino ospita una imponente statua di Bacco circondato dai satiri. L'iconografia dei protagonisti è facilmente riconoscibile ma a caratterizzare il complesso ci pensa il mostro marino che si trova ai piedi di Bacco: proprio lui serviva a catalizzare l'attenzione di quanti si trovavano in giardino, rendendo il complesso scultoreo in movimento.

Particolari / Il giardino segreto

Le fioriture rendono il giardino in continuo cambiamento, collegandole tramite il colore all'edificio. La fioritura dell'agapanto, insieme a quella del glicine, per estensione, caratterizza il periodo estivo.

Nella grotta è ospitato il mito di Adone e la caccia al cinghiale. Le due statue, distribuite nello spazio, raccontano il mito come si trattasse di un fumetto. In questo caso l'autore è Domenico Parodi, figlio di Filippo, abile conoscitore del marmo. I due protagonisti, sistemati nello spazio della grotta, realizzano il gioco barocco dell'inclusione dell'osservatore nel racconto.

Particolari / Il minareto

Il minareto che collega l'orto e il giardino. Le epoche di costruzione si distinguono in base alla pianta: ottagonale tardo cinquecentesca e circolare settecentesca.

Particolari / L'orto

L'estrema parte dello spazio aperto è occupata dall'orto. Oggi non più utilizzato come tale, un tempo ospitava una coltivazione di carciofi. I motivi di questa scelta sono tre: il primo risiede nell'usanza settecentesca di regalare ai propri ospiti un mazzo di carciofi, simbolo dell'esotico. Il secondo motivo rientra nel filone delle fioriture del palazzo. Anche il carciofo, infatti, quando fiorisce ha un colore azzurro. Il terzo elemento ha a che fare con la mitologia. Esiste infatti il ...

Un'immagine mostra le fioriture dell'agapanto e la controfacciata dell'edificio. Si nota il richiamo cromatico. Foto dell'autrice

L'immagine mostra un particolare dei festoni con uno dei satiri disegnati dallo Strozzi a deridere il Centurione

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