Il primo ghetto ebraico di Torino.
Tracce, ormai in via di integrazione nel tessuto urbano ordinario, del più importante Ghetto ebraico di Torino, dalla segregazione di fine Seicento fino allo Statuto Albertino del 1848 che decretava il riconoscimento dei diritti civili e politici degli ebrei appartenenti al Regno sabaudo.
Informazioni a cura di:
Caterina Gaspardo Moro, milli paglieri, Staff Landscapefor (2019-2025)
Coordinate geografiche:
45.0673° 7.6874°
Nell'immagine il Ghetto grande, seicentesco e il Ghetto nuovo, del secolo successivo
Nell'immagine il Ghetto grande e il Ghetto nuovo
L'isolato destinato alla comunità ebraica era collocato in una parte centrale della città, a fianco della piazza principale del secondo ampliamento di fine Seicento voluto da Carlo Emanuele II e attuato da Amedeo di Castellamonte. Tale ubicazione denota un certo riguardo dello Stato verso la comunità. All'esterno il disegno delle facciate non si discosta dall'architettura uniforme degli isolati tra cui è inserito. Anche la stampa a disegno di Bernardo Vittone che mostra il ricco apparato di ...
La pianta del piano terreno del "Ghetto Grande" in un rilievo del primo Ottocento mostra la regolarità dell'impianto e la densità elevata delle maniche costruite
Portone dell'ex Ghetto ebraico in via Maria Vittoria 25. Non si tratta del cancello originario, ma di altro del periodo ottocentesco, probabilmente posto a seguito della ristrutturazione dell'isolato.
Le maniche interne, con gli attuali appartamenti affacciati sul cortile.
Nella foto dell'edificio all'angolo tra piazza Carlina e via des Ambrois, detto il "Ghetto nuovo", si nota il numero maggiore di piani, rispetto all'edificio a fianco.