Icona della Categoria "Urbani"Piazza Carlina (Carlo Emanuele II) Torino

Piazza Carlina (Carlo Emanuele II)

La piazza della città nuova, tra nobili origini e vocazione popolare

La piazza, centro del secondo ampliamento seicentesco della città, è dedicata a Carlo Emanuele II, ma è diventata piazza "Carlina" per tutti i torinesi. Il Duca voleva celebrare il proprio potere sovrano con una piazza sul modello delle places royales francesi, con facciate di palazzi uniformi e con al centro una statua equestre che lo raffigurasse. Il duca muore improvvisamente, tarda la realizzazione dei palazzi nobiliari e la piazza riassume la sua primitiva vocazione commerciale e attira attività popolari, come i mercati e il peso pubblico.

Informazioni a cura di:
Caterina Gaspardo Moro, milli paglieri, Setareh Pedone, Staff Landscapefor (2019-2024)

Coordinate geografiche:
45.0662° 7.6889°

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Una piazza disegnata per qualificare il tessuto urbano regolare compreso tra via Roma e il Po, pianificato alla fine del Seicento. Un incrocio perfetto tra due assi principali, via Accademia Albertina e via Maria Vittoria.

In uno stralcio della pianta seicentesca del Theatrum Sabaudiae, la piazza al centro degli isolati del nuovo ampliamento.

Nella mappa del 1760-70 sono evidenti i quattro padiglioni che rendono rettangolare la piazza e formano una quinta rispetto alle facciate retrostanti

Nella veduta ottocentesca i bassi fabbricati legati all’attività commerciale del mercato tagliano le facciate nobili dei palazzi e della chiesa, rendendo l’insieme irriconoscibile rispetto al disegno originario, oggi restituito.

La realizzazione della piazza non corrisponde esattamente a quanto raffigurato nelle vedute del Theatrum Sabaudiae. I quattro isolati centrali previsti da Castellamonte rispettano solo in parte il disegno, per volumi e per destinazione, così come le cortine esterne degli edifici che dovevano costituire un perimetro di architettura uniforme. La piazza, pensata come un sistema unitario, parte di quell'architettura ufficiale che la corte e i suoi interpreti proponevano come metro estetico per ...

Architettura / La piazza quadrata

La mappa, tratta dal lavoro certosino del team di Cavallari-Murat sulla forma urbana della Torino barocca, evidenzia bene i grandi palazzi con progetti unitari, distinguendoli dagli isolati di residenze minori, frazionate.

Nella Foto di Gabinio il fronte sulla piazza, privo di androne. si trova sulla via laterale, l'attuale via Maria Vittoria.

Architettura / Palazzo Roero di Guerene

Il palazzo viene realizzato alla fine del XVII secolo secondo il disegno originario che voleva fare della piazza una vetrina per i nuovi nobili della città. Nel 1711 Carlo Giacinto Roero di Guarene, in occasione del matrimonio con Luisa Gabriella Valperga, decide di abbellire il palazzo e nel 1730 affida a Filippo Juvarra il disegno della facciata; non esistono tuttavia documenti certi che attestino l'intervento dell'architetto. Successivamente, con il cambio di proprietà, sarà chiamato Pal...

Architettura / Palazzo Roero di Guerene

La facciata del palazzo prima del restauro. Le lesene verticali e le statueintervallano le grandi finestre con un ritmo regolare.

Architettura / L' Albergo di Virtù

La veduta ottocentesca evidenzia il contrasto tra il Palazzo Roero e la sobria semplicità dell’Albergo di Virtù, inserito in un contesto pensato in origine come polo di un quartiere nobile, ma divenuto nel tempo luogo con un carattere popolare.

Nelle fotografie, l'immagine del degrado e quella del nuovo albergo. Il progetto dell'hotel ha come fulcro il grande cortile interno, delimitato da archi e colonne, parte più nobile dell'edificio, come già era a fine Seicento

Nella riproduzione grafica l'impianto originario del convento e della chiesa. Si vede nella parte sud-est il grande giardino e l'orto, prima della costruzione della Caserma Podgora nella seconda metà dell'Ottocento

Architettura / La chiesa di Santa Croce

Nell'immagine la chiesa di Santa Croce attribuita a Juvarra, con facciata dell'Ottocento e il vicino convento seicentesco. Dal 2001 gli spazi del coro e attigui sono stati concessi alla Chiesa Ortodossa Rumena.

Nella piccola immagine il progetto di Bernardo Vittone non completamente realizzato. Al centro si nota una grande cappella che avrebbe dovuto essere il fondale del cortile.

"Pensieri bellissimi di S.A.R per i palazzi della sua Piazza Carlina, 1673-74" Il titolo della tavola racconta quanto fosse caro il progetto della nuova piazza alla committenza, ovvero la Madama Reale Maria Giovanna Savoia Nemours

Nel disegno conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, l'autore Michelangelo Garove traccia a matita la nuova piazza quadrata, sovrapponendola alla precedente ottagonale e traslandola per metterla in asse con la strada principale, via Maria Vittoria

Litofgrafia dei fratelli Doyen del 1873.

Racconti / Perché "Carlina"

Un ritratto di Carlo Emanuele II

Durante l'occupazione francese la piazza, usata abitualmente per il mercato, ospita la ghigliottina (cadono a Torino in quegli anni oltre 300 teste, per lo più di criminali) e prende il nome di “Place de la Liberté”. Caduto il regime francese, durante la Restaurazione la piazza ospita temporaneamente la forca, destinata in particolare all'impiccagione dei nemici dello stato. Riprende il l suo antico nome e in seguito l'attività di mercato.

Racconti / Teatro d'Agennes

Alla fine del XVIII secolo, in via Principe Amedeo 24, sul retro della piazza si trovava un teatro popolare che prendeva il nome dal proprietario del palazzo, il marchese d'Agennes. Quando a fine secolo il teatro Carignano veniva danneggiato da un incendio, il marchese ristrutturava il proprio, perché potesse ospitare spettacoli d'opera. Nel 1821 si rendeva necessario un ulteriore ampliamento e il Pregliasco realizzava un edificio in stile neoclassico con quattro ordini di palchi e 1300 posti...

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