Icona della Categoria "1200-1300"Porta Soprana Genova

Porta Soprana

La porta medioevale, simbolo della indipendenza della città-stato, ancora oggi potente segno di confine tra antico e moderno

La maggiore delle porte delle mura “del Barbarossa”. Segna l’ingresso da nordest della città più antica da cui si dipartono da oltre 1000 anni le strade che portano ai luoghi principali: il Castello, il Porto, la Cattedrale, le vie verso ponente, sino all’opposta Porta dei Vacca. Verso l'esterno si affaccia allo spazio “inventato” di Piazza Dante con le sue esibizioni di modernità e un chiostro medioevale, trapiantato come in una vetrina di museo urbano.

Informazioni a cura di:
Isabella Rizzitano (2018-2024)

Coordinate geografiche:
44.4056° 8.9345°

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Indirizzo:
piazza Dante

Tag:
#medioevo, #porta, #mura, #urbano.

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Nell'immagine (Google Maps) si notano le torri della porta, che in antico svettavano e ora sono l'unico edificio secolare di dimensione paragonabile a quella dei nuovi palazzi direzionali esterni al centro storico.

Nel disegno, ripreso nel bel sito web di Filippo Giunta, sono segnate in nero le strade certamente romane o tardoromane, che di fatto collimano con i vicoli principali del centro storico a sud di via S.Lorenzo.

Dalla porta partono le principali direttrici del centro più antico: a sinistra via Ravecca, che porta a Sarzano e a Castello; in centro salita del Prione, che porta a Via S.Bernardo e al Molo; a destra via di Porta Soprana che porta a S.Lorenzo e verso Ponente, l'unica a non avere conservato l'assetto medioevale, dato che costituisce l'asse di confine con l'area trasformata di Piazza De Ferrari.

Il patetico colore acquarellato che tenta di rallegrare la tetra fotografia del vicolo fa risaltare la targa marmorea: dopo poco si demolisce tutto per far posto a moderni palazzi e si mantiene un frammento straniante della casa natale di Colombo.

Luoghi / Le torri abitate

L'incisione di Gandini, che illustra la Guida di Genova di F.Alizeri del 1854, mostra le torri con le grandi aperture murate e intonacate (si leggono le tracce degli archi ogivali) e stanze su tre piani sul camminamento sopra l'arco di Porta

Cevasco immagina una probabile Genova all'anno 1000 murata da tutti i lati, anche sul mare, e raccolta tra il rio che scende via Luccoli e il rio Torbido, tra il colle di Castello e di Carignano, che da Porta Soprana si supera con il Ponticello

Illustrazione didattica del 1920 circa, elaborata su studi della “Società Ligure di Storia Patria” in loco, che tengono conto dei fori che ancora si vedono praticati nei muri dei torrioni e della porta.

La vista di Hogenberg, nel primo dei 6 volumi dell'opera monumentale Civitates Orbis Terrarum (tanta l'importanza di Genova) è molto precisa per il suo tempo e mostra ad esempio la diversità della collina di S.Andrea (col semicerchio accanto alla porta)

Nell'acquarello di Domenico Cambiaso (1850 circa) la Porta Soprana da sud e l'ingresso al complesso conventuale di S.Andrea, a sinistra.

Nella bella mappa di Brusco del 1756 il tessuto urbano è ormai consolidato (si altera solo in fine 1800 con il rinovo urbano (De Ferrari, Dante). Tra gli isolati scomparsi quello della via che porta alla Piazza Nuova davanti al "Real Palazzo" Ducale

Nella bella carta del Foppiani del 1855 la linea delle mura corre per lo più dentro le case e i conventi che poi saranno sventrati per farePiazza DeFerrari e via Dante.

Nella foto, circa del 1930, le torri della Porta sono accanto al nuovo Palazzo della Banca d'Italia che ha sostituito le mura. Mentre brilla il tratto di mura a sud appena liberato dalle case di Vico di Ponticello

La foto mostra le torri della Porta durante il restauro, con una torre restaurata e provvista di merlatura e l'altra ancora murata e senza merli ghibellini.

Nella foto degli anni 20 del 1900, la Porta Soprana appena restaurata, il Chiostro di S. Andrea appena ricollocato dal vicino complesso conventuale demolito, e le case ancora appoggiate alla torre sud.

L'immagine, riprodotta in un libro di Dolcino, mostra anche il fascino della muratura irregolare e di toni diversi, che indica l'attenzione amorosa per i segni dell'usura del tempo, tanto ricercati dai resturatori dell'epoca da farne talvolta di nuovi.

Architettura / Un'essenziale modernità

La torre, ripulita dei solai lignei inseriti per consentire i diversi usi nel tempo, mostra una struttura semplice, formata da due vani: uno fino all'altezza del camminamento delle mura, sopra l'arco della porta, e l'altro sino alla merlatura più alta. La scala a sbalzo, rifatta da D'Andrade, genera un effetto vertiginoso di grande modernità.

Nella foto una parte delle murature esterne delle torri, racchiusa all'interno delle superfetazioni costruite sopra l'arco della porta, come risultano al momento dei rilievi di D'Andrade.

Lo straordinario disegno "esecutivo" con cui D'Andrade documenta l'intervento da realizzare per ripristinare la porta laterale della torre, che mostra non solo le parti dove intervenire e come, ma anche la suggestione "medioevale" che si vuole ottenere

Nell'immagine, il piede della Torre nord della Porta, all'altezza delle fondamenta . Le lapidi ricordano la strage della Galleria delle Grazie, compiuto nel sottosuolo di questo tratto di via nel 1943, con oltre 500 morti schiacciati dalla folla in panico

Nell'immagine, un fotogramma tratto da un filmato che mostra il trasporto dei corpi delle vittime della tragedia, spostati in piazza Dante per il riconoscimento

La foto circa del 1960 mostra in primo piano l'autorimessa e officina ricavate nell'accesso alla Galleria delle Grazie. Sullo sfondo le torri, intatte dopo i bombardamenti della guerra, che causarono nel centro storico migliaia di morti.

Io, Genova, ricordo che le mura servono a tenere distanti gli aggressori di terra, mentre i fatti d'arme dove i genovesi eccellono sono prevalentemente per mare, su lidi distanti (in quegli anni ormai dell'altra parte del Mediterraneo). Così recita una lapide del 1155 nel varco della Porta, sul muro della Torre nord: “Colla forza del mio popolo fu già l'Africa tocca Dopo altre parti dell'Asia e poi quasi tutta la Spagna. Soggiogai l'Almeria e Tortosa Or son sette anni da questa e otto da...

Sul muro della torre meridionale della Porta, una iscrizione latina della metà del XII secolo avverte i nemici e coloro che pensano di poter piegare la Superba: “In nome dell'Onnipotente Dio Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen Ben presidiata d'uomini e munita di una mirabile cinta di mura, tengo col mio valore lontani i colpi ostili. Se vieni portando pace potrai passare da queste porte Se minacci guerra, triste e vinto dovrai ritirarti. A mezzogiorno e a ponente, a settentrio...

Particolari / Il chiostro "di Colombo"

In cartolina il chiostro, appena rimontato, accanto al rudere coperto di edera della "casa di Colombo". La loro vicinanza e la modestia dell'edificio natio di Colombo fan sì che in molti siti il chiostro venga citato come la "Casa di Colombo". Lieto fine.

Particolari / Commerci d'ogni genere

Nell'immagine gli abbonati al telefono del 1931, in vico dritto di Ponticello. Sono per lo più negozi, punta di iceberg di un commercio molto più popolare e pervasivo, in buona parte senza fondo negli edifici, ma con un posto fisso lungo la strada.

La foto di fine 1800 è presa dal vicolo a sinistra della Torre, e mostra l'ingresso del carcere nel convento di Sant'Andrea (si vede il campanile superstite), demolito con l'intero colle qualche anno dopo.

Nell foto un particolare del Presepio della Madonnetta,attrazione permanente della chiesetta, resataurato da alcuni anni.

L'immagine presenta un quadro apprezzabile del comportamento di strada e della moda dei primi del Novecento

La cartolina immortala la cittò moderna, con le sue luci e le sue altezze, ornata di trofei del vicino centro storico: ecco la "casa di Colombo"! Che buffo!, pensa chi riceve la cartolina: abitava in uno strano edificio pieno di colonnine e senza tetto!

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