Un grande villa suburbana del 1600, cresciuta e completata a più riprese ma in modo coerente
Una villa della nobiltà veneziana: costruita nella prima metà del XVII secolo in un punto strategico, appena oltre il Bisatto: in campagna ma a due passi dalla città. Forse fatta realizzare dai Cornaro, è venduta agli Zenobio che la rimaneggiano e ampliano, e da loro, alla fine del 1700 agli Albrizzi che ne completano sontuosamente il parco e gli annessi, offrendola oggi in tutta efficienza per vacanze, cerimonie ed eventi.
Informazioni a cura di:
Raytrayen Beakovic Lauria (2015-2025)
Coordinate geografiche:
45.23147° 11.65109°
Indirizzo:
Via Girometta, EsteTag:
#ricettivita, #villa, #mubrog.POI correlati:
Riprese e montaggio video di Ivan Zogia per la mostra MuBrOG - Muri, broli, orti e giardini: il verde nel disegno del paesaggio urbano di Este (nov.2023)
Con una certa fedeltà la mappa del Franchini (1775) riproduce le varie parti del complesso, persino il padiglione delle feste, appena completato all'epoca della mappa.
Il complesso costruito visto da sud-ovest, dietro si legge la curva del Bisatto.
Coronelli ci restituisce una immagine singolare di questa Villa: evidenzia la barchessa a "L" (con linee architettoniche ben definite), e i due corpi della villa (che sembrano essere due costruzioni separate), ripresa prima della costruzione della scala ottogonale che oggi la caratterizza. Da notare il giardino, tenuto a frutteto e brolo, precedente alla sistemazione romantica.
Nel 1783, il matrimonio dell'ultima Zenobio con un Albrizzi, si festeggiò in un nuovo salone, ricco di stucchi e specchiere, costruito come un padiglione a se stante, splendidamente decorato e immerso nel parco accanto alla villa principale. Oggi, perfettamente conservato, è il pezzo forte dell'offerta per le cerimonie e gli eventi.
Nel Catasto Austriaco, del 1845, sono in verde (tassati diversamente?) i lotti sistemati a parco, in bianco orti e broli, considerati pertinenze agricole. NB il verde per il Bisatto è un errore (si vede in alto, oltre il ponte, l'azzurro d'ordinanza).
Il particolare del disegno preparatorio della mappa Franchini, del 1775, mostra con precisione (nonostante la grafia sommaria) lo stato non solo degli edifici ma anche dei lotti a giardino e dei broli, ancora separati tra le due ville.
Una foto precedente al restauro che evidenzia l'articolazione in due corpi della villa attuale e il ruolo di snodo della scala ottagonale, probabilmente aggiunta posteriormente al padiglione delle feste.
L'immagine è tratta da un servizio della rivista AD (nov. 2022) in cui si citano molti degli ospiti anglosassoni storici, tra cui un giovane Bruce Chatwin, che in villa alberga per un paio di mesi, nel 1961.
La villa si affaccia sulla corte principale. La recente sistemazione della parte a verde, restaurata insieme all'intero complesso costruito, valorizza il disegno originario e tipico delle ville dell'epoca, che separava con l'architettura degli annessi il giardino dalla parte rustica.
Nell'ultimo quarto dell'800 venne ampliato il giardino verso sud, acquisendo la tenuta della scomparsa villa Bragadin. Una parte è rimasta adibita a brolo, mentre nell'intorno della villa è stato ridisegnato il giardino in forme neoclassiche e romantiche, forse da Giuseppe Jappelli, e rimane una parte sistemata all'italiana, ricca di reperti archeologici.
La villa ha tratti più urbani che di campagna, che si evidenziano nell'affaccio sulla corte, severo e poco decorato, ma dotato di un profondo portico al piano terreno, oggi arredato con reperti archeologici ritrovati nella tenuta di proprietà.
L'approdo è segnalato, nel muretto d'argine, da una pietra incisa con le iniziali della famiglia.
La bellissima foto di Enrico Fontana conferma la tesi che a ispirare i fotografi siano i punti di vista e i particolari diversi da quelli "ufficiali": i retri, gli abbandoni, gli spazi senza padrone.