“A l'è ‘ndait dal cul”

Alla base dell'antica torre del Comune "vedevasi un pianerottolo coperto da una pietra, sulla quale si esponevano nei giorni di mercato e specialmente nel sabato, i condannati alla pubblica berlina. Altra stranissima costumanza ci rammenta questa pietra: i negozianti che facevano bancarotta erano costretti di sedersi e, più propriamente, di battere il nudo deretano sulla pietra in presenza del pubblico, che numeroso assisteva a questo scandaloso castigo". Così racconta Giuseppe Torricella della punizione detta della "pietra dolorosa" mantenuta fino al 1853 che ha generato la frase piemontese “a l'è ‘ndait dal cul” (è andato dal culo), per dire “ha fatto fallimento”.

Un particolare del quadro del XVIII secolo che raffigura la piazza delle Erbe, in cui è dipinto un negoziante fallito sottoposto al supplizio della "pietra dolorosa" presso la Torre civica

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