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Le mura da Porta Soprana a Campo Pisano

It is possible to walk on the ancient walls from Porta Soprana to Campo Pisano, finding both a medieval and modern atmosphere

This stretch of the walls of Barbarossa is largely visible and practicable. The walls form a strange landscape, which on the one hand is suspended in a distant past recalling the borders of a traditional city and on the other offers a view of the large inaccessible tertiary complex that replaced Via Madre di Dio.

Information curated by:
Isabella Rizzitano, Staff Landscapefor (2019-2024)

Geographic coordinates:
44.4042° 8.934°

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E' evidente la differenza nella dimensione, uniformità, localizzazione rispetto al pendio tra gli edifici della città antica e quelli della città moderna, e il ponte di Carignano come un simbolo di unione tra mondi incompatibili (da Google Earth)

Nell'elaborazione da Google Earth in rosso il percorso delle mura con l'isolato che le incorpora conservato, in azzurro il tratto che è stato liberato dagli edifici verso il 1975.

L'immagine (da Google Maps) mostra Campo Pisano e il tracciato delle mura, stretti tra le costruzioni che oggi ne chiudono la vista verso il mare.

Due immagini scattate dallo stesso punto, una del 1970 circa e una del 2010, con la stessa casa a sinistra e le trasformazioni a destra.

Sulla mappa di Barbieri della Genova del 1200 si sottolineano: in rosso a pallini vuoti le mura oggi perdute; in rosso a pallini pieni e linea continua, le porte e mura esistent; in azzurro le mura della Marina (1276), delle Grazie e di Malapaga (1287).

Nell'immagine una figura da codice miniato del XIII secolo, con una scena di battaglia navale tra galee

Nella mappa di Brusco, del 1656, il tracciato delle mura è scomparso e verso il Rio Torbido la città si è espansa molto densamente, con isolati allungati secondo le curve di livello, per consentire la costruzione sul versante in forte pendenza

Nella carta di Foppiani del 1855 il tracciato delle mura del Barbarossa (sottolineato in rosso ) dentro le case. Da notare Campo Pisano con il segno dell'edificio che lo occupava, già allora scomparso.

Campo Pisano in una foto circa del 1970. Al centro, quasi a simbolo del disagio sociale, un carabiniere

Nella foto, da Google Earth, le mura restaurate si inseriscono come in una fessura tra le case, dopo il breve tratto libero accanto alla Porta Soprana.

Nell'immagine, della metà del 1900 (presa dalla parte del ponte di Carignano), si vede ancora chiaramente la divisione della piazzetta in due, con la mattonata a sinistra e il sedime delle case demolite a destra.

Una bella immagine che evidenzia la parte della piazzetta riportata a livello con il nuovo rissêu. Foto da «Liguria Nascosta» di Andrea Carpi.

Una cartolina del 1940 che riproduce un'inquadratura ancora oggi esistente in un contesto completamente trasformato

Nella foto (da Mae Zena) i lavatoi ricollocati sotto le mura, nel parco "delle Mura" conosciuto da tutti come "giardini di plastica", a margine del centro direzionale.

"Campo Pisano non va distrutto" si scrive sui muri alla vigilia delle demolizioni /1973) Nell'immagine l'angolo di vico dietro il Coro di San Salvatore che, da piazza Sarzano conduce a Campo Pisano.

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