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Via Pietro Micca

Una via elegante della città ottocentesca, porticata da un solo lato. L'unico intervento urbano che traversa in diagonale la griglia ortogonale della città antica.

Informazioni a cura di:
Caterina Gaspardo Moro, Giorgia Senini, Raytrayen Beakovic Lauria, Staff Landscapefor (2018-2024)

Coordinate geografiche:
45.0705° 7.6804°

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Via Pietro Micca, dedicata all'eroe dell'assedio del 1706, collega Piazza Castello a Piazza Solferino. Con il suo orientamento diagonale fu una delle prime vie ad interrompere la pianta quadrata della città di Torino.

Verso la fine del XIX secolo, con l'aiuto della legge di Napoli, fu stabilito un risanamento della contrada delle Quattro Pietre. Fu proposta un originale via diagonale, che nonostante il disappunto dei torinesi, fu approvata con delibera comunale il 13 Marzo 1885. L'idea era innovativa, ma consentiva un collegamento diretto fra Piazza Castello e la nuova Piazza solferino.

Architettura / Trapezi e triangoli

L'intervento, si innestava in un tessuto minuto, con isolati di piccole dimensioni, che a livello urbano, comportò il formarsi di isolati dalle inconsuete forme triangolari e trapezoidali, là dove vi era più spazio, ricavarono cortili interni ai palazzi, edificando lungo i perimetri.

Architettura / La struttura

La strada, che ha una larghezza di 15 metri, presenta il lato sud-est interamente porticato per proteggere dal caldo sole estivo, e per completare il tratto porticato che partiva da Piazza Vittorio. Se osserviamo bene, notiamo che gli edifici hanno altezze differenti sui due lati. Se poi ci capitasse di trovarci in via Pietro Micca al tramonto, potremmo con meraviglia osservare gli assi visuali su Palazzo Madama e sul Teatro Alfieri, con una splendida luce rossa.

Particolari / L'ingombrante chiesa

Durante la costruzione, sorse il problema di che fare con la cinquecentesca chiesa di San Tommaso, così Carlo Ceppi, piuttosto che abbatterla, decise di arretrarne la facciata principale di otto metri, affinché rientrasse nel progetto.

Particolari / Palazzo Bellia

Quest'edificio, progettato da Mollino su richiesta di Alberto Bellia, risale al 1908, è un mix di stili, dal neoclassico al liberty, ma la caratteristica che più salta all'occhio è l'imponente bow-window, costruito l'anno successivo, che presenta una particolare pianta poligonale e che copre tre livelli, compreso di terrazza, di grande pregio anche le sette vetrate che lo compongono.

Immagine dell’insegna del bar Voigt, all’angolo con via Pietro Micca.

Racconti / Le motivazioni

Quando la diagonale venne proposta, i membri della commissione Ceppi e Ferrante, ne giustificarono la scelta, sostenendo che a lungo andare, l'occhio si stanca a guardare senza mai incontrare un punto dove posare, quindi oltre ad agevolare le comunicazioni, avrebbe interrotto la monotonia di una città a pianta tipicamente romana.

via Pietro Micca 10 e gli interni dell'alloggio

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