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Sacrario della Benedicta

I ruderi di un antico monastero raccontano della terribile strage di centinaia di partigiani ad opera di un commando nazifascista.

Il Sacrario, situato nel cuore del Parco Regionale Capanne di Marcarolo, costituisce uno dei luoghi più importanti nella storia della resistenza alessandrina ed italiana. Nato come monastero benedettino nel Medioevo, nell’aprile 1944 fu teatro di una strage ad opera dei nazifascisti, che causò la morte di centinaia di giovani.

Informazioni a cura di:
Lucrezia Cusato (2021-2024)

Coordinate geografiche:
44.6333° 8.85°

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Video pubblicato da GaviWineLand che mostra il Sacrario della Benedicta ripreso da un drone.

Una fotografia storica dei ruderi della Benedicta, scattata tra il 1950 e il 1959.

Alcuni renitenti raggiungono il monte Tobbio. Sul retro della fotografia si leggono i loro nomi: Renzo Casella, Mauro Solavaggione, [Giovanni?] Gastaldi e un Maiuolo (08/01/1944).

Tre partigiani delle prime bande in posa scherzosa. I nipoti riconoscono al centro Francesco Moisello (08/09/1943 - 06/04/1944).

Il recupero delle salme della strage al passo del Turchino, 1945.

Trasporto effettuato con una tradizionale "lesa" (carro a strascico) dell'area di Capanne di Marcarolo.

Il cenotafio italiano del campo di Mauthausen.

Familiari davanti alle tombe provvisorie dei loro cari al "campo della gloria" (l'attuale Sacrario).

Foto di gruppo di partigiani della divisione Mingo durante il recupero delle salme dei caduti alla Benedicta.

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in visita al Sacrario dei Martiri della Benedicta (5 aprile 2003).

Progetti / Il restauro

Il Sacrario in un progetto di restauro e come si presenta a restauro ultimato.

Un estratto della testimonianza di Balbi Gian Luigi: nome di battaglia, “Pieve”.

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