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Canale dei Molassi

Canale che alimentava le fabbriche presenti nella zona e che viene intubato dopo il 1970.

Uno dei numerosi corsi d'acqua regolati derivati dalla Dora per alimentare le manifatture della città, particolarmente importante per il complesso di attività legate ai militari dell'area dell'Arsenale e alle diffuse attività tessili e di tintoria che in parte sono anvora riconoscibili nel Borgo Dora

Information curated by:
Caterina Gaspardo Moro, Staff Landscapefor (2018-2024)

Geographic coordinates:
45.07889° 7.68314°

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Borgo Dora nel 1819. Si distinguono sulla sinistra il vasto complesso della Polveriera e sulla destra i molini Dora. Al centro lo scaricatore della Sabionera e dopo i molini quello del Frisetto. In basso sulla sinistra si intravede il canale della Fucina

Il canale dei Molassi sopravvisse fino alle soglie degli anni Sessanta del Novecento dopo di che fu soppresso, per questioni igieniche. Il canale dei Molassi quindi non esiste più. Tuttavia il tratto dell'antico sedime compreso tra le vie Andreis e Lanino negli anni Novanta è stato recuperato a strada pedonale. Essa ha preso il nome di “vicolo Canale dei Molassi” e il disegno curvilineo della pavimentazione idealmente riconduce alle onde delle acque che un tempo vi fluivano.

Il canale della Fucina si staccava dal canale dei Molassi nei pressi del cimitero di San Pietro in Vincoli e vi confluiva nuovamente in prossimità dei molini della Città. Serviva ad alimentare la fucina da ferro municipale, il filatoio Pinardi e diversi opifici minori. Il suo scavo risale al XVIII secolo ed il tracciato fu condizionato dalla realizzazione del "terzo ampliamento" della Città e dal nuovo disegno delle fortificazioni. Il canale della Fucina fu dismesso negli anni trenta del Nove...

Il canale dei Molassi percorreva circa 2 km e proseguiva in linea retta oltre la Fabbrica d'armi. Superata la Dora, piegava a destra, lungo il sedime dell'attuale strada del Fortino. Entrava poi nel perimetro della Polveriera, divenuta in seguito Arsenale per le Costruzioni di Artiglieria. Uscito dalla Polveriera si insinuava tra due file di case nel cuore del Balon.

Dal retro di via Borgo Dora si diramava uno scaricatore detto “della Sabionera”. Superata via Mameli il canale attraversava, coperto, i due grandi isolati ottocenteschi della strada d'Italia (l'odierno corso Giulio Cesare) e raggiungeva infine i molini e il nucleo dagli antichi opifici di borgo Dora. Nel bacino antistante i molini si ricongiungeva a esso il canale della Fucina. Attesa la sua naturale funzione, il canale dei Molassi confluiva nella Dora circa 200 m a valle dei mulini, attraver...

Nel 1844, lungo i 2 km del canale dei Molassi risultavano ben 55 delle 126 ruote idrauliche e 7 dei 23 opifici attivi tra la Pellerina e il Regio Parco, con il ruolo di gran lunga preminente dei molini Dora e della Polveriera

Particolari / La conceria Durio

Sul canale dei Molassi sorgeva la conceria Durio. Edificata nel 1853 da Secondo Durio. Era specializzata nella concia detta "suola bianca" e l'azienda si distinse per la qualità delle produzioni e le innovazioni d'avanguardia introdotte nel settore. Dalla sua fusione con la conceria Bocca nacquero le Concerie Italiane Riunite. Oggi, uno degli edifici della vecchia conceria affacciato sul fiume ospita la biblioteca civica Italo Calvino.

Tra gli opifici della protoindustria torinese spicca il filatoio ad acqua con cui nel 1667-1669 Francesco Giovanni Galleani introdusse per primo in Piemonte la moderna filatura meccanica della seta. Pochi anni più tardi, nel 1681, Girolamo Pinardi in fronte a esso costruì un secondo “edifizio” analogo.

Particolari / La conceria Calcagno

Nel 1818 la Città concesse ai fratelli Antonio e Vincenzo Calcagno di adattare a uso di conceria il casamento di loro proprietà, posto a fianco del filatoio Galleani. Già nel 1826 la conceria lasciò il posto ad altre attività, tra cui una filatura di cotone. La casa in cui era ubicata si affaccia tuttora su piazza Don Albera e rappresenta comunque una delle pochissime vestigia dell'antica area industriale dei Molassi giunta fino a noi.

Particolari / La macina

La macina per la purgazione di oro e argento fu installata nel 1806 da Matteo Grandi e Ignazio Ravizza a valle dei molini. L'impianto serviva per il recupero degli scarti delle lavorazioni degli orafi, che venivano opportunamente trafilati per ottenere nuovi fili.

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