Un rivestimento avvolgente

Il progetto di Benedetto Alfieri comporta una geometria perfetta e simmetrica che definisce per la piazza una sorta di scatola uniforme basata sul porticato. Si rinforza l'asse centrato sul municipio e si prolunga lungo la via per Piazza Castello, già in parte rettificata nel 1600 su progetto di Ascanio Vitozzi. Il Palazzo di Città perde il suo carattere secentesco di individualità rispetto all'intorno e l'architettura alfieriana ripropone lo schema della severa architettura "di corte". L'intervento è reso complesso dalla necessità di rettificare i fili delle cortine e al contempo addossarsi a parti di edifici preesistenti.

Il disegno autografo (conservato all'archivio storico di Torino) evidenzia le parti della preesistenza rettificate e segna un porticato di filtro su via Milano (mai realizzato), simmetrico a quello su via Garibaldi.

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