Tra Montalenghe e San Giorgio è esistito l'antico insediamento di "Misobolum", oggi territorio di San Giorgio. Di esso resta soltanto il nome di un’antica cappella in aperta campagna, trasformatasi in vero e proprio santuario agli inizi del Settecento. Le prime testimonianze risalgono al 1094, quando "Ubertus filius quondam Amidei" fece dono a favore di Santa Maria di Ivrea e di San Salvatore di Torino di Misobolo. Goffredo Casalis attribuisce la sua scomparsa ad una serie di sfortunati eventi, quali guerre civili, pestilenze nonché irruzioni degli uomini di San Giorgio. Il Misobolo è anche presente in un libro figurato del XVIII secolo, oggi custodito al catasto di San Giorgio: qui gli vengono accreditati la maggior parte dei beni di Montalenghe, San Giusto e San Giorgio. Probabilmente, la comunità di Montalenghe non aveva provveduto all’assegnazione di un sito consono all’insediamento, perciò ai misobolitani non rimase che andare ad abitare tra San Giorgio, il Gerbido (ora San Giusto) e il Foglizzo. Inoltre, sembra che San Giorgio avesse intentato causa alla comunità montalenghese proprio per inglobare la regione di Misobolo, ma solo nel 1540 il Senato di Casale ordinò la suddivisione richiesta.