Un palazzo settecentesco

Il palazzo nel corso del '700 si amplia, accorpando cellule dei palazzi vicini, inglobando anche la medioevale Corte del Burro. I lavori vengono seguiti da Alfieri per diversi anni e continuano nell'Ottocento. Il lato su via Garibaldi si presenta con una fitta sequenza di finestre, uguali in altezza nei piani, a denunciare la destinazione non abitativa. Lo schema del palazzo è quello tipico del '700. L'interno del palazzo si apre su un cortile d'onore, mentre uno scalone porta al primo piano e dà accesso all'atrio, dal quale si passa al salone centrale detto Salone dei Marmi. Il nome deriva dalla nuova immagine restituita dal restauro del Lombardi nel 1815, al posto dei decori originari del fiammingo Jan Miel (1599 - 1663), che illustravano episodi storici e leggendari su Torino.

Il cortile d'onore

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