Una grande villa novecentesca, dedicata ad ospitare le opere di Herta von Wedekind e di altri grandi artisti.
Sulla collina di Monterosso, la villa di architettura razionalista, progettata da Marcello Piacentini, con un giardino disegnato da Pietro Porcinai, è stata un importante ritrovo di artisti prima e dopo la metà del 1900.
Informazioni a cura di:
Alessandra Villa, milli paglieri, Staff Landscapefor (2020-2025)
Coordinate geografiche:
44.6878° 8.4781°
Indirizzo:
Strada Monterosso, 42Tag:
#abitazione, #ottolenghi, #pietro-porcinai, #arturo-martini.
Dall'immagine satellitare si percepisce la posizione panoramica e dominante della Villa che sovrasta le colline di Monterosso.
La veduta laterale mette in risalto il corpo principale della Villa e il Tempio di Herta, il mausoleo nel giardino.
Dall'idea di un creare mausoleo per la madre di Arturo Ottolenghi, nasce il più articolato progetto di Monterosso.
Una vista d'insieme della villa e del giardino, frutto dell'intervento di diversi architetti in circa trent'anni di lavori.
Scultura dell'artista Adolfo Wildt realizzata per il giardino della villa. La scultura, così come le altre opere presenti, testimonia la grande apertura dei coniugi Ottolenghi alle avanguardie europee e agli ambienti secessionisti e dell'Art Noveau.
Il dipinto del pittore Ferruccio Ferrazzi che raffigura Herta e Astolfo a Villa Ottolenghi nel 1924.
La manica degli studi degli artisti dove l'architettura di Marcello Piacentini diviene metafisica.
La struttura del corpo centrale della villa si affaccia sul Cisternone, la vasca progettata per la raccolta delle acque.
Veduta del Mausoleo e del tempio di Herta con la cupola circolare e l'imponente colonnato d'ingresso.
Gli interventi degli anni Cinquanta nel giardino e nell'esterno della villa di Pietro Porcinai.
Disegno del progetto di Pietro Porcinai dove è visibile il prato e la sua struttura a reticolo con fiori e rose. I quadrati più piccoli del cortile alternano elementi vegetali a disegni con ciottoli.
La scultura raffigura la narrazione bibblica del Tobiolo che, dopo essersi immerso nel fiume Tigri, deve imparare a catturare il pesce.
Il mosaico della cripta: all’immagine della tragedia del Cavaliere dell’Apocalisse bendato che, armato di bilancia, pesa le anime, si contrappone un paesaggio di campi arati frutto del duro lavoro dell’uomo giusto
Il maestro Mario Ferrari all'opera del complesso portale del mausoleo, inciso e arricchito di figure simboliche.
I leoni di Monterosso, scultura di Arturo Martini per il giardino della villa.