Icona della Categoria "Parco urbano"Parco Peccei Torino

Parco Peccei

Spazio inventato per qualificare un nuovo quartiere, frutto di un lavoro innovativo di bonifica e ricostruzione identitaria, premiato a livello internazionale.

Il Parco, inaugurato nel 2015, si presenta come modello sostenibile di intervento nelle aree industriali dismesse, notevole per la cura di un progetto interdisciplinare e per una serie di tecniche di cantiere che minimizzano gli impatti ambientali e i costi operativi.

Informazioni a cura di:
Fondazione Landscapefor (2016-2024)

Coordinate geografiche:
45.0941° 7.6845°

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Dal grande lotto intasato di stabilimenti Fiat IVECO, alla fase degli stabilimenti rasi al suolo, fino alla trasformazione in un grande spazio verde, su cui si affacciano due nuovi complessi residenziali. Sul lato occidentale il bordo è dato dai Docks Dora, un complesso terziario ottenuto recuperando i magazzini di un secolo fa lungo la ferrovia, anch'essa trasformata nell'ultimo ventennio, da barriera insormontabile ad allea che permette la ricucitura tra est e ovest della città.

Un progetto studiato nel Piano Regolatore per il suo ruolo a scala urbana

L'intervento trasformativo di maggiore rilevanza del Programma Urban 3 è certamente il Parco Peccei

Foto aerea dell’area industriale, con evidenza dell'ambito recuperato a Parco. Anno 1970

Effetti prodotti dai bombardamenti dell’incursione aerea del 29-30 novembre 1942.

La Fiat inserisce nelle sue campagne pubblcitarie il lay-out organizzativo della grande fabbrica, una sorta di Tetris a incastro di capannoni diversi con funzioni ben definite, che crescono sino a coprire tutta l'area disponibile. La riorganizazione della Fiat rende indipendente la produzione dei veicoli commerciali e nasce l'IVECO, a cui sono intestati questo ed altri stabilimeti dagli anni '70 .

Foto del 2003 in una fase di liberazione dell'area

Nella foto, del 1917, le operaie impegnate nella preparazione delle anime delle granate per l’esercito. Si nota il gruppo di quelle che lavorano accovacciate, la pluralità dei modi di vestire, salvo il sorvegliante, unico uomo e unico in divisa.

Previsto dal Programma generale della Spina, il progetto si attua in modo ordinato: demolizione, bonifica dei terreni, urbanizzazione e poi, con tempi abbastanza stretti, costruzione e sistemazione dell'area verde.

La superficie dell'intero lotto (quasi 5 ettari) era cementificata. La sua demolizione e lo smaltimento del cemento sono risultate più complessi di quelli degli edifici.

Al fine di completare la demolizione, dato che nel suolo erano presenti inevitabili tracce di metalli pesanti e idrocarburi, è stato necessario procedere con una modalità alternativa di bonifica che consentisse di evitare l'oneroso conferimento in discarica (stimato circa 25 milioni di euro, contro i 3 circa del costo complessivo di sistemazione attuato). Infatti, con costi e impatti molto bassi si è ottenuta una soluzione efficace: la triturazione delle parti di calcestruzzo ha condotto a s...

Il cantiere del Parco 2011-2014 ripreso dai tetti dei Docks Dora

L'intervento è stato seguito in tutte le fasi dal Settore Grandi Opere del Verde del Comune (diretto da Paolo Miglietta), aiutato per il disegno di progetto da un team interdisciplinare, con agronomi, architetti, ingegneri e antropologi.

Panoramica dai Docks Dora

Progetti / L'area gioco

Una novità è rappresentata anche dalle modalità di progettazione dell'area gioco bimbi, avvenuta attraverso un percorso partecipato con i bambini di alcune classi materne ed elementari della zona. Le idee conseguenti ad alcune visite al cantiere durante le bonifiche sono state recepite dai progettisti del parco. Ne è sortito il “cratere lunare”, uno spazio gioco di oltre 1000 mq delimitato da una collinetta-gioco rivestita in gomma colorata che ospita al suo interno numerose attrezzature lu...

Il Comune, tra le attività immateriali complementari agli interventi diretti previste dal Programma Urban3, ha promosso un concorso, in collaborazione con il Politecnico e l'Accademia Albertina delle Belle Arti. Si sono raccolte idee tra gli studenti delle Accademie di Belle Arti e delle Facoltà di Architettura, selezionandone 10 per opere ispirate alla storia operaia dell'area, realizzate da giovani artisti e collocate nel Parco.

Tra il 2008 e il 2010 si bonifica l'intera area del Parco: 43.000 mq scavati fino ad una profondità tra 4 e 5 metri.

Il lavoro di demolizione, al 2005, aveva comportato la separazione delle parti metalliche, conferite per il riciclo, la frantumazione del cemento e la sua stratificazione a 4 o 5 metri di profondità, in modo da consentire allo strato fertile soprastante di sviluppare anche una vegetazione arborea.

Nelle movimentazioni di terre per la bonifica si mettono a nudo le fondamenta della parte mantenuta dello stabilimento Ferriere Iveco: le cosiddette strutture Porcheddu, a capriate in cemento armato.

Progetti / La torre dell'acqua

Una delle opere scelte nel concorso degli artisti decora il tamburo della torre piezometrica.

Coinvolgimento della scuola primaria Pestalozzi per la progettazione partecipata: i bambini hanno visitato il luogo del Parco durante le fasi delle demolizioni. Da qui si è scatenata l'immaginzione che ha poi generato idee per i giochi realizzati come arredo: l'ambiente ha suggerito un'atmosfera lunare da cui è derivata l'idea del "cratere" come spazio gioco, poi realizzata, mentre la struttura Porcheddu è stata vista come "astronave ad energia solare" che salva il mondo.

L'Assessore al Comune di Torino La Volta taglia il nastro inaugurale con Luca Mercalli, noto climatologo e Digo Novelli, storico sindaco della città degli anni '70.

Il pannello dedicato a Peccei sotto la struttura Porcheddu

Particolari / Parco Peccei notturno

IREN ha curato un progetto di illuminazione sperimentale. I colori primari e le forme geometriche sono adatte all'illuminazione a spot che esalta gli elementi di arredo. Così di notte emergono l'area giochi a forma di cratere, la struttura coperta Porcheddu, gli allineamenti lungo i percorsi.

Per la campata Porcheddu IREN ha curato una scenografia con luci a led che accendono in sequenza i colori dell'iride, di grande effetto anche a distanza.

L'illuminazione a led è sostenuta da pali con i colori del'iride, corrispondenti a quelli che al buio si ripropongono nelle scenografie luminose delle campate di copertura recuperate (Porcheddu) e della torre dell'acqua.

La struttura in cemento armato conservata a testimonianza del passato industriale dell'area è un interessante reperto di archeologia industriale, frutto dei brevetti Hennebique, un sistema che alla fine dell'800 si diffuse in Italia grazie ad uno Studio dell'ing.Porcheddu, che ne fu l'agente. Sul tetto, recuperato in occasione dei lavori , è stato inserito da IREN l'impianto fotovoltaico che soddisfa le esigenze di illuminazione di tutto il Parco.

Particolari / Arredi metallici

Sullo sfondo l'area di sosta ombreggiata da reti metalliche, in primo piano una delle sedute in alluminio, in parte riciclato che arredano il Parco. Sugli schienali foto e disegni raccontano le fasi dei lavori e i vari aspetti sperimentali del cantiere.

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