A causa di una crisi economica iniziata nel 1950 la fabbrica adotta delle misure restrittive che provocano proteste e mobilitazioni operaie che però non impediscono il licenziamento di 980 dipendenti e 250 impiegati (1951). Fino al 1956 si susseguono pesanti tagli e licenziamenti negli stabilimenti di Rivoli, Collegno e Torino dovuti alla riorganizzazione aziendale attuata dall'IMI che di fatto controlla la società, avendo concesso un finanziamento alla Nebiolo.