Le antichità di Acqui rischiano di disperdersi. @ Museo Civico Archeologico

da Vera Comoli Mandracci, Acqui Terme. Dall'archeologia classica al"loisir" borghese, Cassa di Risparmio di Alessandria, Alessandri

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Le antichità di Acqui rischiano di disperdersi.

All'inizio del Seicento Luca Probo Blesi, uomo colto appartenente a una famigli aristocratica di Acqui, da avvio ad una ricostruzione storiografica della città, dalle fonti classiche, Plinio e Strabone, a quelle più recenti, riferite soprattutto alla coeva relazione del medico Guarnierio, focalizzata sull'Acquedotto e sui resti delle canalizzazioni che ne rivelavano le antiche origini termali. Blesi procede al riordino di numerosi ritrovamenti, iscrizioni e oggetti; la collezione verrà proposta nel 1870 dagli eredi alla Città di Acqui ma sarà rifiutata, in quanto l''amministrazione non era in grado di assicurare i reperti archeologici a una sede museale idonea. La collezione si trasferisce così ad Asti e poi a Parigi, per essere poi parzialmente dispersa.

Il disegno della prima metà del XVII secolo raffigura la città murata, con il Duomo, il Castello, le strade extraurbane

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