Pratica ormai diffusa nelle sovraintendenze di tutta Italia è la scelta di selezionare quali parti debbano venir demolite perché non degne e quali debbano essere conservate dal momento che sono degne di memoria. Tale pratica è stata effettuata anche in questo caso. Si è deciso di demolire l’intero complesso pre-esistente eccezion fatta per la quinta scenica risalente al Novecento, un processo selettivo che vede la demolizione di oltre un secolo scegliendo di conservare un feticcio della storia, una pratica che può esser interpretata in diversi modi, una pratica che viene portata avanti in altri interventi quali l’ampliamento del Politecnico di Torino su via Paolo Borselino, un tentativo di conservare un’immagine passata della città mantenendo un muro che ha ormai perso ogni significato strutturale e non.
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