Il Palazzo è storicamente al centro di una controversia che riguarda il suo essere “fuori posto”, in altri termini: forma e struttura totalmente decontestualizzate, duramente in contrasto con l'architettura storica che lo circonda e soprattutto in assenza di dialogo con l'antistante Duomo. Il suo stile, certamente traccia tangibile di una specifica epoca storica e di un certo modo di costruire, non è mai stato ben accettato dai cittadini torinesi che a più riprese ne hanno sempre criticato la presenza fino a chiederne la demolizione. C'è tuttavia un fronte pro-Palazzaccio, diciamo un'area più specializzata tra storici e architetti in primis Carlo Olmo e Vera Comoli, che non solo lo apprezza ma ben si è prodigato per difenderlo sollevando a suo favore: una forte personalità architettonica, un preciso valore culturale espressione di un'epoca e un'identità che non si può negare. In sua difesa si è speso anche il Comune affermando che, nonostante tutte le controversie, resta “a norma di legge!”
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