La Mandria nell'Ottocento

Con la Restaurazione (1814) la Mandria passa nelle mani dell’Amministrazione Francese, che sfruttò tali possedimenti soprattutto per il rifornimento della propria cavalleria. Nel 1843 tutti i beni di competenza della Regia Mandria di Chivasso passarono all’Amministrazione della Regia Intendenza di Finanza di Torino; questo periodo segnò anche il definitivo allontanamento degli interessi dei Sovrani dalle Mandrie. L’intendenza di Finanza tentò due volte di vendere la fabbrica della Mandria, ma la prima asta, effettuata nel 1854, andò deserta. Nel 1863 fu promossa da Antonio Rabbini la gigantesca opera di catastazione piemontese, che si occupò dell’area di Chivasso, restituendo graficamente l’intera Tenuta. A causa della sua posizione strategica, la Mandria prese parte ad importanti momenti della storia nazionale, a differenza della Reggia di Venaria che fu completamente devastata. Qui nel 1859 l’esercito piemontese dispiegò le sue truppe per contrastare l’avanzata dell’esercito austriaco. Alla vigilia della prima guerra mondiale, nell’ampio terreno pianeggiante viene ospitato un campo d’aviazione e di riparazione dei veicoli. Alla fine del 1919 la Tenuta viene acquisita dai coniugi Mattea e Monti e ripartita in vari appezzamenti affidati ad agricoltori che ne erano già locatari o mezzadri; più recentemente, un quarto della intera Tenuta è divenuta proprietà del Comune di Chivasso.

Mappa originale della Mandria di Chivasso dal Catasto Rabbini (Fonte: Archivio di Stato di Torino, Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, Chivasso, Rabbini Antonio, Foglio VIII)

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