Lo scalone occupa lo spazio centrale del fabbricato, contrariamente alla più tradizionale collocazione a lato, come avveniva nei tipici palazzi nobiliari seicenteschi; tale soluzione infatti permetteva di vedere il giardino attraverso l'androne. Da documenti archivistici, pare certa la partecipazione dell'ingegner Baroncelli alla costruzione dell'atrio e dello scalone d'onore, mentre non esistono altri documenti che attestino suoi interventi nel palazzo. L'impronta baroncelliana è evidente nell'impianto dello scalone e nelle tre aperture in facciata, elementi che si ritrovano nel Palazzo Graneri, sempre a opera di Baroncelli. Gli stucchi sono di Pietro Somasso, le tele di Francesco Trevisani e gli affreschi dei Legnani.
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