Ai primi del ‘900 , visto il degrado grave di una delle immagini simbolo della città, il ministero decide di restaurare l'edificio e incarica D'andrade, il maggiore architetto italiano nel campo del restauro dell'epoca, secondo i criteri di ricostruzione e integrazione più o meno inventiva allora in voga. Pogliaghi è incaricato di "restaurare" la decorazione dei prospetti per riprendere l'impaginazione architettonica e l'iconografia originarie.
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