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Sorto nel 1723, del ghetto ebraico chierese oggi ci rimane solo un agglomerato di case in un piccolo vicolo in salita, denominato Via della Pace, che nel dialetto locale veniva indicato come “sù dij breu” (la salita degli ebrei).
Le origini della comunità israelitica chierese si fanno risalire al 1580, quando ad Abram Serge viene concesso di allestire la sinagoga. Il Ghetto di Chieri nasce però in seguito alle Regie Costituzioni del 1723, che obbligavano gli ebrei a risiedere separatamente dai cristiani, istituendo i ghetti in tutto il Piemonte. A seguito di ciò, quindi, una delibera del Comune di Chieri autorizzò il Conte Bomaudo di Robassomero ad affittare le case di sua proprietà agli ebrei. Si tratta di un complesso di edifici medievali, già appartenuti alle famiglie Solaro e Villa, corrispondenti ai numeri civici 6, 8 e 10. Tuttavia dal 1935, per mancanza di una comunità attiva, la Sinagoga ha cessato la sua funzione, i preziosi arredi sono stati trasferiti sette anni dopo nel Tempio inferiore di Torino e il Ghetto è ormai di proprietà privata.
Informazioni a cura di:
Agnese Lo Cascio, Staff Landscapefor (2019-2025)
Coordinate geografiche:
45.010398° 7.826959°
Indirizzo:
Via della Pace 8Tag:
#storia, #pon-scuola.
Chieri fu sede, fino al 1931, di una delle più fiorenti comunità ebraiche del Piemonte. La presenza ebraica è documentata fin dal XV secolo, nel quartiere attorno alla chiesa di San Domenico. Nel 1724, con l'istituzione del ghetto, i 73 ebrei allora residenti a Chieri furono costretti a vivere nel palazzo Villa, in via della Pace 8, dove dal cortile si accedeva anche alla sinagoga.
Alcune vicende della comunità di Chieri sono narrate nel volume di Emanuele Levi intitolato "Il giornale di Emanuele (1822)", edito da Sellerio nel 2005 e curato da Alberto Cavaglion. Il diario racconta giorno per giorno la vita di un giovane ebreo chierese che, trasferitosi ad Asti, sente la mancanza dei propri cari.
David Levi è stato un poeta, patriota e politico italiano. Nato a Chieri il 6 novembre del 1816 da un'agiata famiglia ebraica, dovette frequentare il collegio ebraico di Vercelli, in quanto nel Regno di Sardegna ai non cattolici era vietato l'accesso alle scuole pubbliche. Successivamente intraprese gli studi alle Università di Parma, Pisa e Siena, laureandosi in giurisprudenza.
Nel 1841 si recò all'estero in esilio volontario: visitò Ginevra, Lione, Parigi e infine Londra dove incontrò Giuseppe Mazzini, politico e giornalista italiano, che gli affidò alcuni messaggi riguardanti la spedizione dei fratelli Bandiera in Calabria. Tuttavia dopo il fallimento dell'impresa, si ritirò dalla vita politica per dedicarsi alla poesia: fu in questo periodo che scrisse il canto dedicato alla morte dei fratelli e iniziò la stesura de Il Profeta, il suo capolavoro letterario.
A partire dal 1847 il pensiero politico di David cambiò radicalmente, passando a posizioni patriottiche e liberaldemocratiche. Difensore dei diritti delle minoranze religiose nei confronti della Chiesa cattolica, nel 1869 fu uno degli organizzatori dell'Anticoncilio di Napoli. Morì a Torino il 24 ottobre del 1898.
Casa Villa, al numero 6, è l'edificio che la tradizione locale chiama "casa del Rabbino". Edificio a tre piani fuori terra, con pianta ad L, che risulta rientrante rispetto alla strada, dove un piccolo fronte è completato da merli guelfi. Il lato corto della casa ha due finestre, una per piano e una fascia di mattoni lavorati a denti di sega che sorregge i merli. Interessanti i due ballatoi lignei, che in origine erano completati da modiglioni di sostegno intagliati, riproducenti angeli con...
Casa Solaro, il cui nucleo principale è al numero 8 della via, presenta una corte chiusa tra corpi a due piani; al ballatoio del primo piano si accede tramite una scala ad una rampa, coperta da tre archi a sesto acuto e a tutto sesto poggianti su colonne di laterizio. Al piano terra dell'ala sud fu tamponato un portico preesistente, di cui rimane a vista parte di due colonne in laterizio. L'ala orientale della corte, al primo piano, ospita l'aula della sinagoga, attualmente smantellata. Cas...
Quella di Chieri fu un tempo una delle più importanti sinagoghe barocche del Piemonte. Tuttavia il rapido declino demografico della Comunità ebraica chierese portò ai primi anni del XX secolo la chiusura del luogo di culto, che fu definitivamente smantellato nel 1937. Gli arredi barocchi furono portati a Torino e collocati nel Tempio inferiore della sinagoga torinese, in sostituzione di quelli andati distrutti nel bombardamento del novembre 1942. A Chieri si può comunque ancora individuar...
La sala della Sinagoga, collocata al piano superiore ed alla quale si accede attraverso una scala monumentale dotata di archi in cotto, è ornata di dipinti che ne abbelliscono la volta. Le decorazioni, in stile neogotico, furono eseguite da un anonimo pittore ottocentesco. Si tratta, molto probabilmente, dello stesso artista che nel 1875 aveva affrescato il Duomo di Chieri: simile sono, infatti, lo stile, i materiali e le tecniche usate. Tuttavia questa sala non è ancora stata restaurata e p...