Risale alle tradizioni preromane una delle più antiche pratiche che veniva svolta a Santo Stefano fino ai primi decenni del Novecento: l’utilizzo della chiave guaritrice per la rabbia. Fedeli, viandanti e abitanti della zona si recavano in questa chiesa per curare le ferite inferte da cani rabbiosi: una chiave rovente, resa incandescente negli ambienti della cripta, veniva posta sui lembi di pelle infetti con lo scopo di avviare il processo la cicatrizzazione e guarigione.