Il nuovo ospedale al confine dell'ampliamento orientale

A metà del Cinquecento, i dodici ospedali torinesi, retti dalle diverse confraternite religiose, vengono fusi in un unico ente assistenziale, l'Ospedale di San Giovanni Battista. A fine Seicento la popolazione cittadina raggiunge le quarantamila unità e necessita di un nosocomio attrezzato secondo le esigenze più moderne della medicina. Nel 1678 Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours dona all'ospedale un'intera isola, posta al margine del secondo ampliamento della città, per costruirvi la nuova sede. L'isola di San Giovanni confina a levante con la contrada di Santa Pelagia (l'attuale via San Massimo), a ponente con la "strada pubblica" della Posta (attuale via Accademia Albertina), a mezzanotte con la contrada dell'Ospedale (via G.Giolitti) e a mezzogiorno con le nuove mura difensive.

Nel disegno è evidenziata in scuro la parte dell'edificio costruita da Baroncelli. Si vedono anche la parte retrostante edificata a seguito della demolizione delle mura e, in asse con l'antico ospedale, la cappella settecentesca

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