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13 agosto 1935: il Disastro di Molare

Un tempo la principale risorsa del paese consisteva nella coltivazione della vite, la quale domina ancora oggi le colline a ridosso dell’abitato famose per il Dolcetto. Una svolta per l’economia di Molare fu rappresentata, negli anni ’20 del Novecento, dalla costruzione della diga dello Zerbino con l’annessa centrale idroelettrica. La diga, completata nel 1925, diede vita al lago artificiale di Ortiglieto lungo 5 chilometri e largo 400 metri. L'estate del 1935 fu particolarmente secca, con la conseguente diminuzione della produzione di energia idroelettrica e il blocco degli scarichi della diga. Inaspettetamente, il 13 agosto straordinarie precipitazioni iniziarono ad abbattersi sulle valli di Orba e Stura: in meno di otto ore caddero oltre 40 centimetri di pioggia e il livello del lago di Ortiglieto salì in maniera repentina. Il bacino non fu più in grado di contenere l'acqua e milioni di metri cubi si riversarono nel torrente Orba, già in piena, causando un'esondazione. A Molare l’ondata risparmiò il centro abitato, ma le vicine località e il comune di Ovada furono investite dalla piena. Il disastro causò un totale di 111 vittime.

Una fotografia scattata durante l’esondazione del torrente Orba: l’ondata di acqua si infrange sulle abitazioni.

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