Di Tommaso Borgonio da Città di Torino, Theatrum Sabaudiae, Volume I, 1984
Se nella prima fase dell'ampliamento i lotti allungati e stretti della contrada Nuova sono destinati ad un ceto sociale di commercianti e artigiani, nella seconda metà del secolo XVII, una nuova nobiltà, sempre in competizione con la corte, richiede lotti più ampi per realizzare palazzi rappresentativi. Nascono nel quartiere, nelle strade laterali all'uniforme contrada Nuova, i primi palazzi barocchi disegnati da Amedeo di Castellamonte - i palazzi Trucchi di Levaldigi, Gonteri di Cavaglià e Lascaris - e da Guarino Guarini - palazzo Carignano e palazzo Provana di Collegno; architetture nuove e originali che tuttavia, a differenza di altri esempi europei, non arrivano a forme estreme, ma si attengono in qualche misura ai criteri della composizione urbana.
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