Giurista liberale, Siccardi è tra coloro che hanno promosso lo Statuto Albertino nel 1848. Viene nominato ministro di Grazia e Giustizia nel 1851 per portare a compimento una legislazione di svecchiamento dei rapporti tra Stato e chiesa: da così il nome alle Leggi Siccardi sull'abolizione del foro e delle immunità ecclesiastiche, la limitazione delle pene per l'inosservanza delle feste religiose e l'annullamento dell'interdizione all'acquisto di beni per donazione o per testamento senza il parere favorevole del re e del Consiglio di stato. Le leggi vengono salutate come una vittoria dello Stato laico, ma danno anche inizio ad una fase di rapporti difficili tra il Regno e la Chiesa.
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