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Il Carnevale e la tradizione: fruste e cappelli intrecciati

Il paese, nell’Ottocento e fino a metà Novecento, fu particolarmente noto per la produzione dei manici di frusta in legno di bagolaro, che in dialetto canavese è chiamato “guienda”, e del fragicarolo (celtis australis). Si tratta di entrambi i casi di piante tutt’oggi coltivate e piuttosto diffuse nella zona. Altra florida coltivazione è la canapa, con la quale si creavano un tempo le “Caplere”, copricapi intrecciati a mano da abili lavoratrici. Purtroppo, anche se queste antiche tecniche artigianali stanno lentamente scomparendo, nel periodo di Carnevale le tradizioni vengono ricordate dalle maschere di Guiandin (figura maschile che omaggia le sopracitate piante di “guienda”) e la Caplera (figura femminile, che simboleggia per l’appunto la pratica dell’intreccio dei cappelli).

I due protagonisti del Carnevale montaleghese del 2015: Simona Ramirez (Caplera) e Massimo Vallese (Guidanin).

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