Di Giuseppe Berta
Questa fotografia, del 1934, mostra un operaio della fabbrica Lingotto sovrastato da una gigantesca pressa intento a lavorare un pezzo. Quello che colpisce non sono soltanto l'imponenza e l'austerità della grande macchina nera, ma il contrasto tra la fragilità dell'essere umano e la potenza organizzativa della grande fabbrica, scandita da un ciclo produttivo di stampo fordista che fagocita quel senso di umanità che scompone e regola rigidamente il tempo e lo spazio di lavoro. Riecheggia in questa immagine il film Tempi moderni di Charlie Chaplin. Nel 1930 un coraggioso giornalista si fece assumere per una settimana come operaio riportando in seguito, in un articolo, la sua esperienza in cui non celava come le macchine d'acciaio “stritolavano” il tempo impedendo di assaporare “l'attimo prezioso”.
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