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«L’ideazione di una dimora, vasta ed articolata come acropoli delle arti […] matura nella mente della coppia singolare subito dopo aver preso l’iniziativa – negli anni Venti – di erigere un monumento in onore della madre di Arturo, Clotilde Ester Pugliese, la quale, lì vicino, aveva nei pressi una casa e dei possedimenti. Il Tempio della Madre, nome originario dell’attuale Mausoleo o Tempio di Herta, sorge a metà della collina […]. Conosciuto Ferruccio Ferrazzi in occasione della II Biennale Romana (1923), ne diventano collezionisti e sostenitori, facendosi conquistare dagli ideali simbolici, dalla visione mistica e dalla concezione del fare “in grande” dell’artista romano […]». Mario Quesada, prefazione al Catalogo dell’Asta Finarte, ottobre 1985.
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