La Seconda guerra mondiale e la persecuzione razziale hanno decretato l’inizio del declino della villa. Anche dopo la fine del conflitto, l’edificio e il parco sono rimasti in stato di abbandono per diversi anni, soprattutto in seguito al trasferimento dell’unico figlio degli Ottolenghi, Astolfo, negli Stati Uniti. Nel 1979, anno della morte di Astolfo, il sogno della famiglia Ottolenghi si interrompe e inizia lentamente a spegnersi; da testimonianza straordinaria dell’arte moderna, la villa rimane vuota, spogliata di tutti i suoi arredi e abbandonata. Fino al momento in cui, nel 2006, passa a Vittorio Invernizzi il quale si impegna, nel corso degli anni, a ridare un futuro al motto di Arturo ed Herta: “AEDIFICAVIMUS FIDENTER”. (Costruiamo con fiducia)
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