testo

La documentazione delle fonti archivistiche per tale immobile parte da una Condizion del 1582 in cui Francesco e Vincenzo Gradenigo dichiarano alla Serenissima di possedere una «casa con orto e cortivo per quando si va fuori e per il gastaldo». A metà del Settecento la casa viene affittata per 80 ducati e resta poi sempre dichiarata d'affitto, così infatti appare anche nei Sommarioni del catasto napoleonico del 1809. L'immobile e la sua adiacenza vengono restaurati dall'ultimo proprietario a partire dal 1975, e ripristinati nelle forme originarie che l'incuria e l'abbandono avevano di molto stravolto. La villa ha pianta pressoché quadrata, a soli due piani su zoccolo cantinato e, sui due prospetti nord e sud, presenta un sopralzo centrale concluso da timpano. La pianta è tripartita, con salone passante centrale, quattro stanze laterali, vano scala inserito nel mezzo del fianco verso l'adiacenza. Nel disegno preparatorio del Franchini la proprietà è delimitata da alberature e, a est, da un basso annesso a confine, mentre il terreno arriva fino alla curva ovest della strada. Sul fronte sud è disegnato un pozzo, presente anche nell’incisione del Franchini. Attualmente la villa, pur mantenendo l’accessibilità da nord (Via Pilastro), è raggiungibile anche da sud (Via Gradenigo) con un vialetto che attraversa il giardino.

Condividi su:
URL breve:

Licenza