da guidatorino.com
Quando Filippo d'Agliè chiama Amedeo di Castellamonte, chiede al grande architetto di adeguare il maniero avito, dall'aspetto medievale, agli standard di eleganza propri delle dimore della casa regnante. La facciata su cui si concentra il Castellamonte è quella verso il giardino: i due massicci torrioni angolari si trasformano in padiglioni a quattro piani e si elevano in altezza, grazie allo sfruttamento del dislivello del terreno. Viene creata un'ampia balaustra con due rampe di scale che corrono lungo tutta l'ampiezza del fronte. In questo modo pare che il castello secentesco poggi su un basamento, che in realtà è un'opera accessoria, a puro scopo scenografico. Attraverso la scalinata, si accede direttamente dal giardino al salone da ballo, decorato da Giovanni Paolo Recchi con affreschi ispirati a Arduino, re d'Italia nel 1002.