Di Ennio Poleggi
La costruzione risale alla fine del XIII secolo, dopo la vittoria contro Pisa, sconfitta nel 1284 alla Meloria, e contro Venezia, battuta nel 1298 a Curzola. Il desiderio di accrescere la potenza militare ed economica nel Mediterraneo, spinge Genova verso un riassetto che ponga i Capitani del Popolo all’interno di una sede, abbandonando il palazzo Vescovile, all’epoca punto nevralgico. Nel 1291 Corrado Doria e Oberto Spinola, capitani del Popolo, acquistarono alcuni edifici di proprietà dei Doria che affacciavano sulle odierne salita Arcivescovado e via Tommaso Reggio. Tre anni dopo fu acquistato anche l’adiacente palazzo di Alberto Fieschi, dotato al suo interno di una torre, detta “Grimaldina”. Non esistono testimonianze iconografiche circa l’aspetto che il palazzo doveva avere in quel periodo ma, durante i restauri di Orlando Grosso negli anni Trenta, la pianta doveva essere trapezoidale con il lato sud verso via Tommaso Reggio. L’altezza complessiva doveva essere di circa 25 metri suddivisa in tre piani con un grande porticato al piano terra mentre ai piani superiori si aprivano delle quadrifore.
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