Icona della Categoria "Sec.XX"Casa ad appartamenti e uffici Torino

Casa ad appartamenti e uffici

L'edificio residenziale in via Curtatore 1 viene realizzato tra il 1965 e 1966. Gli architetti Jaretti e Luzi riprendono alcune idee già espresse nelle torri Pitagora di corso Siracusa.

La progettazione degli architetti Jaretti e Luzi segue principi dell’architettura contemporanea del XX secolo, in particolare di quella wrightiana, che si basava sulla progettazione architettonica, la quale deve creare un’armonia tra l’uomo e la natura, costruire un nuovo sistema in equilibrio tra ambiente costruito ed ambiente naturale attraverso l’integrazione dei vari elementi inseriti dall’uomo (costruzioni, arredi ecc.) e quelli naturali del sito. Nel pensiero di Wright vi è inoltre la concezione di "architettura organica"; in cui si afferma che tutte le parti dell’architettura sono collegate al tutto e in cui il tutto ha un rapporto con le parti: continuità e integrità.

Informazioni a cura di:
Antonios Fountis, Corso Architettura I (2019-2024)

Coordinate geografiche:
45.0583° 7.6942°

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Materiale di documentazione / I Progettisti

La collaborazione di Luzi e Jaretti affronta il tema dell'abitazione, e nasce un rapporto quasi esclusivo con il costruttore Manolino, costellando Torino di architetture capaci di sfruttare i limiti del mercato e i vincoli dei regolamenti edilizi. Il legame con l’Impresa Manolino nasce nel 1987 per volontà dei fratelli Nanni, Massimo e Davide Manolino, al fine di continuare l’attività edilizia che, da almeno quattro generazioni, contraddistingue l’attività della famiglia. Alcune delle loro op...

Contesto / Inquadramento

Amedeo Belluzzi, Claudia Conforti, Architettura italiana 1944-1984, Roma: Laterza 1985

La casa sorge ai piedi della collina su un terreno in pendenza lungo corso Moncalieri, un corso di grande traffico che costeggia il Po. La vicinanza dell’edificio con luoghi importanti, come il Monte dei Cappuccini, la chiesa della Gran Madre di Dio e la Piazza Vittorio Veneto, gli permettono di avere una posizione baricentrica tra la collina torinese ed il centro della città. Unire e far dialogare due paesaggi completamente diversi.

Agostino Magnaghi, Mariolina Monge, Guida all’architettura moderna di Torino, Torino: Designers riuniti editori, 1982.

Architettura / Vista via Curtatone

Luca Barello (a cura di), Andrea Luzi (a cura di), Le case Manolino: storia di una famiglia di costruttori e due architetti, Buttigliera d’Asti: Il Tipografo, 1997.

Architettura / Piano pilotis

Agostino Magnaghi, Mariolina Monge, Guida all’architettura moderna di Torino, Torino: Designers riuniti editori, 1982.

Architettura / Pianta del secondo piano

L’edificio si sviluppa in tre piani fuori terra, oltre al piano pilotis, i quali presentano tre alloggi ciascuno di taglio grande e vario. Inoltre tutti gli appartamenti sono di media grandezza e presentano due ingressi principali.

Prospetto su corso Moncalieri

Architettura / Prospetto via Curtatone

Alla fine dei lavori sorsero alcune complicazioni, infatti nel 1967 venne richiesta del sindaco di Torino, Garabello, di apportare delle modifiche all’edificio in quanto alcune parti di esso vennero classificate come abusive “consistenti nella costruzione degli addita menti dei vani scala e della torretta a copertura sul piano.”

Architettura / L'edificio oggi

L’edificio oggi presenta poche differenze rispetto al progetto originario. A livello funzionale le residenze rimangono sui piani superiori mentre il piano interrato ospita studi medici. Il piano pilotis rimane uno spazio che distribuisce le funzioni tramite i percorsi nel "giardino d'acqua e mattoni" con vasche d'acqua ad altezze diverse, chiuso da una recinzione in vetro. A livello architettonico l’edificio rimane invariato con elemento significativo anche oggi, le fioriere quadrate in cemen...

Gli alloggi che affaciano sul corso Moncalieri ricevevano anche l’aria e la luce da due chiostrine quadrate e, quelli all’ultimo piano, presentavano una scala interna che collega il soggiorno al terrazzo di copertura dell’edificio.

Particolari / Particolare dei pilastri

Il Neoliberty è il lessico che caratterizza le architetture di Luzi e Jaretti. 'E una tendenza, affermatasi nell’architettura italiana degli anni 1950 che si ispirava alla continuità con la tradizione, attraverso un recupero della dimensione artigianale fusa con una raffinata ricerca compositiva e del dettaglio, infatti proprio il recupero dell’artigianato porta i critici a definire l’influenza sui due architetti, in particolar modo per l’uso del mattone a vista in facciata posato a ¾.

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