Il lotto di progetto, affacciato su piazza Crimea, presentava già un progetto di ampliamento dell’edificio esistente, - che verrà poi demolito – lotto che risultava essere un «buio e triste reliquato di terreno» (Elio Luzzi). Secondo le indicazioni di piano l’intero isolato delimitato da via Crimea, corso Lanza, via Volturno, via Bicocca e piazza Crimea, doveva presentare un edificato allineato sul perimetro, in maniera identica a qualsiasi altra parte di città compatta ottocentesca. Se tale previsione si era verificata nella zona occidentale verso corso Lanza che presentava edifici a cortina costruiti tra Otto e Novecento la zona a valle risultava, invece, esser poco definita. [64] Il lotto di progetto del palazzo dell’Obelisco era di proprietà del geometra Biagio Montini, il quale abitava nella vicina via Casteggio, Luzi e Jaretti entrano in contatto grazie alla famiglia di Luzi che abitava poco lontano in corso Lanza e che quindi intreccia delle relazioni di vicinato con il precedente proprietario; la rete delle relazioni interpersonali, in questo come in molti altri casi, riveste un ruolo fondamentale. [66]