Nel 1916, quando infuriava la Prima Guerra Mondiale, don Giovanni Baloire, un giovane prete in grigioverde, venne a contatto con la zona della Barriera di Orbassano, dove poi costruirà il santuario di Santa Rita da Cascia. In quell’anno egli si preparava, presso l’Ospedale Militare di Torino accasermato alla scuola Mazzini, a partire per il Carso come aiutante di Sanità. Durante questo periodo ebbe modo di conoscere la situazione dei dintorni dell’ospedale e la precaria assistenza religiosa degli abitanti delle cascine, delle case operaie e delle case sparse in quel territorio. Nel 1919 venne congedato ed inviato come vice curato nella parrocchia di San Secondo di Torino. In quella chiesa esisteva un altare dedicato alla Santa di Roccaporena e Cascia e in quella comunità la devozione aveva dato vita alla Compagnia dei Divoti di Santa Rita. Don Baloire studiò la vita di questa donna umbra dalla santità così accesa ed i segni straordinari che ne accompagnano da secoli la devozione nel mondo. Nella primavera del 1925 don Baloire, fece un sopralluogo oltre la barriera daziaria di Orbassano e si propose di erigervi una chiesa, dedicandola alla Santa degli Impossibili.