Una chiesa settecentesca

Il più antico dato architettonico e unico riferimento relativo all’erezione dell’oratorio ci viene fornito dalla notizia che nel 1740 il priore di allora Giovanni Maria Cuttica fece diverse spese per la costruzione della nuova fabbrica dello stesso (presupponendo pertanto una preesistente costruzione). Il più antico documento cartaceo relativo invece alla Confraternita risulta essere una relazione datata 1577 a firma del visitatore apostolico Mons. Ragazzoni riportante le parole che lo stesso ingiunse ai Confratelli di dotarsi degli ordinamenti dati dal concilio Tridentino; tale documento ci fa retrodatare l’esistenza dell’oratorio nel quale si riunivano i Disciplinanti della Confraternita di Sant’Antonio, proprietari dello stesso. Alla data dell’8 agosto 1575 la fonte rimanda in modo diretto alla Confraternita di Sant’Antonio tramite il testamento dello “spectabilis humanitatis Professor Dominus Beltramus Culeus…”, nel quale il testatore lascia erede del proprio notevole patrimonio la comunità di Ricaldone. I redditi di tali patrimoni dovevano essere prevalentemente utilizzati per mantenere a Ricaldone un Sacerdote, un predicatore e un medico e per gestire tutte le iniziative. Beltrame Culeo stabilisce un Consiglio formato da sette persone tra le quali il Priore della Compagnia dei Battuti di Sant’Antonio.

L’oratorio in un’antica cartolina

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