L’architettura di Santa Marta è stata studiata dagli esperti in quanto esempio particolare della scena architettonica del Piemonte del Settecento. Nonostante le diverse influenze, soprattutto guariniane, il linguaggio di Michela è profondamente legato alla cultura canavesana: l'uso del cotto, delle terrecotte smaltate policrome di Castellamonte, l'inserimento nel contesto urbano, la partecipazione dei confratelli artigiani alla sua costruzione, spiegano l'attaccamento dell'architetto alla regione dove lasciò, e solo qui, le sue poche, rare testimonianze. All'esterno la chiesa mostra le sue sinuose curve che si inseguono anche sui fianchi, mentre la facciata concava alterna parti curve a parti piane, creando un effetto di movimento giocato tra pieni e vuoti, luci e ombre.