Dal 1726, per volere di Vittorio Amedeo di Savoia, si assiste alla graduale organizzazione dei terreni incolti delle Apertole in azienda agricola, secondo la logica imprenditoriale del massarizio. Dopo aver suddiviso il territorio in unità produttive di minori dimensioni, le grange, avvenne il progressivo dissodamento delle terre, la loro coltivazione, la costruzione degli edifici per ospitare i lavoratori e delle infrastrutture necessarie all’attività. Nei primi trent’anni di attività erano state realizzate 21 cascine suddivise in sei grange, e delle 2560,51 giornate del possedimento, circa 1600 erano state coltivate, 600 erano state destinate al pascolo della Razza (così denominato l’allevamento equino dei Savoia) e le rimanenti mantenevano la vocazione originale di pascolo comune. Sei grange costituivano le Regie Apertole ed erano denominate Castello, Michelina, Mandrietta, Mandria, Dosso dei Bruchi e Monte di San Pietro.