Palazzo Balbi sorge nel XVII secolo per volontà di Francesco Maria Balbi come ampliamento e ristrutturazione di un precedente edificio cinquecentesco, probabilmente di proprietà dei Pinelli. La costruzione del palazzo, avvenuta tra il 1590 e il 1595, coincide con lo sviluppo di Campomorone come centro più importante della valle. L'autore dell'intervento (probabilmente Pier Antonio Corradi) incorpora l'impianto originario sostituendo semplicemente la ricca decorazione architettonica ad affresco, oggi visibile a tratti sotto l'intonaco distaccato, con un più modesto marmorino. Il palazzo è posto al centro di una vasta azienda agricola legata alla produzione della seta, che si estendeva allora dal torrente Verde al passo della Bocchetta e dal rio Gioventina fino al ponte della Ferriera, inglobando quasi integralmente il territorio dell'odierno capoluogo.
Nel 1815 Papa Pio VII soggiorna nel palazzo ed impartisce la benedizione al popolo dalla finestra più ampia. L’avvenimento è ricordato da una lapide murata sull’ingresso nel 1923. L'impero immobiliare dei Balbi, però, inizia a sfaldarsi già dalla seconda metà del XVIII sec. a causa della crisi finanziaria che si abbatte sull'aristocrazia genovese fino a quando, nel 1832, il fondo di Campomorone passa agli Spinola in virtù del matrimonio contratto da Violantina Balbi con Giacomo Spinola, dando il via al processo di dismissione della produzione ed alla vendita di mulini, poderi e dello stesso Palazzo, che verso il 1940 vie
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