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Del periodo romanico sono oggi visibili le absidi che evidenziano una marcata impronta architettonica transalpina, riconducibile al monastero di Cluny. Delle cinque absidi originarie, è stata demolita solo quella addossata al braccio sud. Appartiene al progetto originario la cripta, una foresta di “colonnine”, poste sotto il presbiterio ed estesa anche in corrispondenza dei bracci del transetto. Nella cripta sono stati tumulati i successori di San Guido, intorno all’arca di origine romana che per secoli ha ospitato le reliquie del Patrono. Accanto ai notevoli frammenti romani riutilizzati, si ammira l’affresco quattrocentesco di Sant’ Antonio, ai cui piedi è rappresentato un maialino con la caratteristica cinta.
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