Le monache e il miracolo del buio

L'intitolazione alla natività di Maria compare effettivamente in documenti anteriori all'anno mille. A renderla l'ipotesi più verosimile è anche l'attribuzione orografica del Mons Pulcher con forti richiami alla sacralità e fecondità naturale, che ben si addice alla Vergine Tota Pulchra. Le monache rimasero a Belmonte alcuni secoli. Dai documenti dell'epoca risulta che alla visita apostolica del 1584 le monache fossero nove, che avessero una loro badessa e non osservassero la clausura. Si confessavano faccia faccia con il monaco di Fruttuaria che officiava presso di loro. Nel 1601, il vescovo di Torino, obbedendo ai decreti del Concilio di Trento che obbligava i conventi femminili a insediarsi nei centri abitati, decideva di trasferire le monache in un monastero a Cuorgnè. Si narra che nel momento in cui le monache stavano per abbandonare la chiesa portando con loro la statua della Vergine, calava il buio e la statua impallidiva; l'evento fu interpretato come la volontà della Vergine che la statua restasse nel Santuario. E così fu.

Foto della statua di Maria, I Sacri Monti nella cultura religiosa e artistica del nord Italia.

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