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I resti del castello

Francesco Ghiglia riporta che il castello, ancora nel 1613 era “... tenuto in conto di fortilizio meritevole e suscettibile di difesa....”. La struttura non era quella di un vero castello, come quello di Acqui o Mombaruzzo, ma di un fortino militare, in buono stato di conservazione, ma con la cinta muraria che presentava numerose discontinuità. Il primo rilievo del “castello” (opportunamente corredato di indice descrittivo delle unità edilizie esistenti e di alcune vie) viene fatta da Giambattista Biorci, per conto della Regia Intendenza di Acqui, nel 1782. Il “castello” (come si legge dal rilievo del Biorci) si trovava a nord/est, era una fabbrica pressoché regolare, avente le dimensioni di ventisei piedi camerali in lunghezza e ventiquattro in larghezza, mentre il resto dell'area era costituito dal cortile di pertinenza, opportunamente cintato. Francesco Ghiglia descriveva tale “castello” come “...composto da un piano terreno molto alto, e di un solaio morto o legnaia sovrastante; e che il piano terreno fosse occupato da un grande e lungo camerone, adibito più anticamente come dormitorio, e da una camera di dimensioni più ristrette ad uso cucina...” la descrizione indica inoltre, più anticamente, la presenza di una scuderia oltre il portone di accesso. Attualmente il promontorio “Belvedere” costituisce un eccezionale punto panoramico con vista a 360° sulle colline circostanti e, nelle giornate più limpide, fino all’arco alpino.

Una foto del belvedere di Alice bel Colle

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