Al tempo delle invasioni degli ungari e dei saraceni veniva edificato, all'interno di una cinta muraria alta 4-5 metri, il primo ricetto, rifugio per gli abitanti e nucleo originario del paese. Attorno all’anno Mille, l’imperatore Ottone II di Sassonia concedeva al vescovo di Ivrea la giurisdizione del territorio, che diveniva loro feudo per i secoli a venire. I vescovi provvedevano a numerose opere di ampliamento e fortificazione dell’insediamento, facevano costruire una grande torre, il donjon e nuove parti del maniero, nel quale dimoreranno fino ai secoli più recenti. Nel corso del Settecento il castello veniva abbandonato e il degrado prendeva il sopravvento.