Istituto Amedeo Avogadro. Torino Torino

Inquadratura dall'alto da Sud-Est dell' Istituto Amedeo Avogadro. All'estrema destra della fotografia si possono notare i Giardini Reali mentre a sinistra la Mole Antonelliana.

Successivemente al decollo indrustiale torinese, il numero degli iscritti alla scuola aumentò. Si svilupparono tre sezioni: arti e mestieri, scuola serale di chimica e scuola serale di disegno. L'Avogadro era il più grande istituto piemontese a gestione comunale ed era considerato uno dei migliori d'Italia. Nel 1993 nacquero quattro specializzazioni: meccanici, elettricisti, chimici, tessili e tintori e, nel corso degli anni, la scuola intraprese diverse collaborazioni con aziende nel setto...

Durante la seconda guerra mondiale la scuola subì un rallentamento nella sua crescita, i corsi furono fermati e si iniziò a seguire corsi sulla fabbricazione bellica. La guerra causò, per colpa dei bombardamenti, danni strutturali all'edificio, che subì alcuni interventi di riparazione, che gli permisero di ampliarsi e di rinnovare i laboratori.

La ristrutturazione dell' edificio ebbe inizio nel 1902 con l'intervento dell'ingegnere Giorgio Scanagatta. La facciata presenta, ancora oggi, delle decorazioni quali fregi floreali e bifore di stile "Liberty".

Nel corso degli anni l'istituto ha partecipato a varie competizioni, anche a livello internazionale, tra le quali Zero Robotics, classificandosi al primo posto, e European Union Science Olympiad, ottenendo la medaglia di bronzo.

Le Pietre d'Inciampo sono un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig per depositare, in diverse città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti, incorporando nel selciato stradale delle città dei blocchi in pietra ricoperti al di sopra da una piastra di ottone. L'istituto Avogadro ricorda Teresio Fasciolo, studente di elettrotecnica, morto a Mauthausen il 30 maggio del 1944.

Questa è una delle macchine più rare da trovare sul piano didattico. E' un alternatore industriale, che viene usato nelle più grandi industrie per effettuare manovre molto complesse.

Al piano terra, nel laboratorio riservato agli studenti di Meccanica, è conservato un braccio meccanico, ovvero un robot addetto alla sola funzione di spostare oggetti. Viene talvolta utilizzato nelle esercitazioni dagli studenti, ma è perlopiù di interesse storico.

Realizzato con il contributo del MIUR Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, il Museo Storico Nazionale di Artiglieria e l’Archivio Storico della Città di Torino.

Marco Aime si diploma all'Istituto tecnico industriale statale Amedeo Avogadro nel 1975, come perito elettrotecnico. Nel 1988 si laurea presso l'Università di Torino in antropologia, ad oggi insegna all'università di Genova. L'autobiografia di liceali, nel quinquennio 1970/75 che, a differenza dei loro genitori, poteva accedere allo studio superiore e si sentiva perciò protagonista di un mondo da cambiare completamente.