da meetingecongressi.com
D'andrade dedica trent’anni della sua vita al castello, ne studia le origini e lo ricostruisce seguendo le forme e i particolari degli edifici medievali canavesi e valdostani. Le mura di cinta vengono assorbite dal corpo centrale che assume così una pianta a forma di nave, mentre dal castello di Strambino, in completo stato di abbandono, viene prelevato il soffitto per inserirlo a Pavone. Per le scuderie e l’innalzamento dell’ala occidentale, ispirate all’architettura cinquecentesca, d’Andrade impiega un cotto simile a quello utilizzato nel castello di Ozegna; anche per gli affreschi e i decori delle stanze e dei saloni si ispira ai vicini castelli.